Una donna di 58 anni al volante di un’Opel Corsa è stata ricoverata in ospedale dopo che la vettura, per cause da accertare, ha finito la sua corsa dentro la Fontana del Ratto di Prosperina a Catania.

Dopo aver percorso la statale 114 ed aver transitato vicino a piazza San Giovanni XXIII, l’auto è andata dentro la monumentale struttura del 1904.

Agenti e vigili del fuoco sul posto

Sul posto gli agenti della questura di Catania ed i vigili del fuoco del comando provinciale, che dovranno rimuovere il mezzo con attenzione.

Sarà inoltre necessario valutare eventuali danni al monumento realizzato quasi 120 anni fa dallo scultore Giulio Moschetti. La polizia locale sta eseguendo i rilievi per ricostruire la dinamica del sinistro autonomo, senza alcuna conseguenza per gli altri veicoli o persone presenti: tra le ipotesi al vaglio, un malore improvviso da parte della signora al volante.

È stata successivamente trasportata presso il Trauma Center dell’ospedale Cannizzaro di Catania, in codice giallo, vigile e cosciente. I medici stanno svolgendo degli approfondimenti in via precauzionale. La signora ha riportato solo alcune contusioni.

Buca in strada manda in bancarotta Comune

Una buca in strada rischia di mandare in bancarotta il Comune di Vittoria. Sì una buca stradale. Accade dopo otto anni dai fatti e quattro di processo legati ad un incidente stradale che sarebbe stato causato proprio dalla cattiva manutenzione dell’asfalto e dunque dalla buca. Un precedente importante che fa riflettere, ancora una volta, sulla condizione delle strade di tante città e in particolare di Palermo dove gli incidenti dovuti alle buche sono all’ordine del giorno.

Il Comune di Vittoria è stato, infatti, condannato a pagare oltre un milione di euro ai familiari della vittima di un incidente stradale avvenuto nel 2015. La vicenda la racconta il quotidiano on line RagusaOggi: l’uomo è morto e, alcuni anni dopo, gli eredi hanno presentato un ricorso chiedendo il riconoscimento di un risarcimento per la perdita del parente. Il Comune si è opposto sia in primo grado che in appello ma tre giorni fa è arrivata la seconda sentenza: anche in secondo grado, il Comune è stato condannato a pagare il risarcimento dovuto. Di più: l’azione legale di appello ha comportato un aggravio di somme che si tradurrà in un ulteriore esborso di 60.000 euro per il Comune.

A difendere la famiglia della vittima è l’ex sindaco, l’avvocato Giuseppe Nicosia. Il Comune è stato condannato a pagare 850.000 ai tre eredi (la vedova e i figli). Finora, però, Palazzo Iacono non ha pagato nulla e gli eredi hanno avviato un pignoramento presso terzi. E adesso l’ex sidnaco, che ha avviato la causa nel 20o19 durante il periodo commissariale, sembra intenzionato a chiedere la nomina di un commissario ad acta per far rispettare la sentenza.