Almeno 200 i militari del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati (Compagnia di Intervento Operativo del XII° Battaglione “Sicilia”, Nuclei Cinofili ed Elicotteri), che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare  nei confronti di 36 persone indagate per  associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dalla Compagnia Carabinieri di Catania Fontanarossa dal gennaio al luglio 2016, è nata da servizi di osservazione a distanza, servizi di intercettazione e riscontri su strada che hanno permesso di accertare la frenetica attività di una  piazza di spaccio  nel quartiere catanese di Librino, all’interno del complesso residenziale di Viale Biagio Pecorino al civico 3.

Le indagini, confortate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, hanno consentito di collocare la gestione della “piazza di spaccio” nell’ambito della criminalità organizzata catanese con a capo il pluripregiudicato Rosario Lombardo, definito dagli inquirenti “uomo d’onore” di Cosa Nostra e personaggio di spicco della famiglia mafiosa Santapaola già responsabile, sino al momento del suo ultimo arresto lo scorso luglio, di tutte le piazze di spaccio del clan.

Questo sodalizio era strutturato secondo un’organizzazione di tipo piramidale e i  componenti ricoprivano ruoli precisi. La rapida successione delle cessioni veniva ripetuta sino a 200 volte al giorno e non conosceva sosta, se non nelle prime ore del mattino, garantendo una costante vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti durante l’intero arco della giornata. Per garantire maggiore sicurezza alla rete di spacciatori, oltre al collaudato impianto di tre vedette presenti nell’area, l’acquirente doveva prima contattare un pusher che, ricevuta la richiesta, si recava dal custode dello droga che, a sua volta, da posizione sopraelevata, con l’ausilio di una corda, forniva la droga richiesta al pusher (anche per evitare che eventuali interventi di p.g. potessero portare al sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente con conseguente grave danno per l’organizzazione).

L’organizzazione godeva di un’ampia disponibilità di pusher tanto che in occasione degli arresti  (25 arresti dall’inizio dell’attività), il pusher  veniva subito sostituito e dopo 10 minuti la piazza riprendeva l’attività.

L’ultima operazione dovrebbe aver totalmente disarticolato l’organizzazione che gestiva la piazza di spaccio del V.le Biagio Pecorino, primaria fonte di reddito per il gruppo riconducibile a Saro Lombardo e oggi, di fatto, cancellata dalla mappa delle aree di spaccio del quartiere Librino di Catania.

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