La polizia ha arrestato a Catania un giovane per una serie di furti alle auto in una delle zone più centrali della città, spesso al centro delle cronache per episodi di questo genere. L’uomo nello spazio di poco tempo aveva rubato all’interno di ben quattro veicoli.

Capillare controllo

L’arresto è maturato per effetto del capillare controllo operato dalla polizia che da tempo era sulle tracce degli autori di una serie di reati predatori denunciati nelle zone maggiormente frequentate dai giovani catanesi. Proprio questo pattugliamento ha permesso di arrestare un pregiudicato 28enne catanese, accusato di furto aggravato. Gli agenti, in transito in corso Italia nei pressi di piazza Europa, notavano un soggetto intento a rovistare su una minicar parcheggiata. Insospettiti dalla situazione, si avvicinavano al veicolo per procedere al controllo dell’uomo, il quale accortosi della presenza della polizia scendeva repentinamente dal mezzo per tentare di fuggire a piedi ma veniva raggiunto e bloccato dopo pochi metri.

L’ammissione

L’uomo, con numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio, ammetteva di aver forzato le portiere dell’auto con alcuni arnesi che gli venivano trovati addosso e sequestrati e di aver asportato solo delle monete in quanto era stato più volte “disturbato” dai passanti e dall’arrivo delle volante. Nel corso del controllo si avvicinava una giovane di 16 anni, che riferiva ai poliziotti di aver trovato la sua minicar, parcheggiata poco distante, con le portiere forzate e che erano state rubate alcune monetine che aveva lasciato nel vano porta oggetti vicino al cambio. Allo stesso modo, due amiche con le quali la ragazza si era data appuntamento, anche loro minorenni, riferivano agli agenti di aver trovato le rispettive minicar parcheggiate nella stessa zona con gli sportelli divelti e del tutto rovistate all’interno, riservandosi di comunicare eventuali ammanchi in sede di formalizzazione della denuncia. Per questo motivo il 28enne veniva arrestato e, su disposizione del pm, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo.

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