‘Pesanti interferenze sull’andamento dei lavori’ che avrebbero fatto venire meno ‘quella serenità necessaria alla realizzazione delle opere in esecuzione’, quindi dimissioni.
E’ la lettera con quale il direttore dei lavori della nuova pista ciclabile del lungomare di Catania rassegna l’incarico. L’atto è stato protocollato lo scorso 7 aprile presso l’Area Tecnico Operativa-Utu e ‘le dimissioni irrevocabili avranno effetto tra cinque giorni dal ricevimento della presente’.
Nella nota, diffusa in allegato ad un comunicato del consigliere comunale d’opposizione Manlio Messina, si legge di ‘persone che hanno collaborato alla stesura del progetto’, cioè dei consulenti dell’Amministrazione, che ‘interferiscono in maniera pesante sull’andamento dei lavori chiedendo verbalmente varianti al progetto da loro ben conosciuti a lavori già appaltati ed in corso di esecuzione’.
L’ex direttore, citando poi una riunione dello scorso 22 marzo, sottolinea come la situazione sia ‘diventata insostenibile e dovendo agire nell’ambito delle somme impegnate, mi si chiede di rieseguire opere per le quali sarà difficile trovare la copertura finanziaria’.
Proprio nei giorni scorsi l’assessore alla Mobilità Rosario D’Agata, ha effettuato un sopralluogo sulla costruenda la pista ciclabile del Lungomare ed in una nota diramata il 9 aprile scorso spiega che “il progetto stilato dai nostri uffici nell’ottobre del 2015, prevedeva la realizzazione di un percorso ciclabile delimitato non solo da quella striscia gialla utilizzata in tante città europee, ma anche, in alcuni tratti, da un cordolo in resina che impedisse alle automobili di invadere la corsia riservata alle bici. Cominciati i lavori ed evidenziati alcuni comportamenti degli automobilisti, è stato deciso, anche con il conforto degli esperti, di accrescere la sicurezza della pista ciclabile sistemando il cordolo lungo tutto il percorso”.
La consegna dei lavori per la pista ciclabile era avvenuta il primo febbraio scorso e da allora il progetto originario aveva subito alcune modifiche con lo spostamento di alcuni tratti della pista dal marciapiede alla sede stradale. Successivamente era stato deciso di aumentare fino a fargli completare il tragitto la lunghezza del cordolo, con un altro appalto.
Per impegnare le somme il direttore dell’Utu, Pietro Belfiore aveva firmato nei primi di aprile un provvedimento dirigenziale preliminare, in attesa di varare nuovi atti amministrativi attuativi e più dettagliati. Per la sistemazione del cordolo aggiuntivo – nelle stesso comunicato del Comune in cui si riferisce del sopralluogo -si stima una spesa di circa 160.000 euro.
Secondo Manlio Messina (Fratelli d’Italia) e Giuseppe Castiglione (Grande Catania) arriva dalla nota del direttore dei lavori “la conferma che questo lavoro è stato partorito senza programmazione ma con il solo intento di stupire con effetti speciali. Gli stessi effetti speciali utilizzati per il ponte Tondo Gioeni ed i cui risultati sono ben conosciuti dai catanesi. Questa DisAmministrazione non ha alcuna visione strutturale della città e pensa soltanto alla propria sopravvivenza politica”.
Anche Ascom Confcommercio Catania, attraverso il presidente Giovanni Saguto ed il vice direttore provinciale Francesco Sorbello, attacca l’amministrazione.
“L’anomala storia della pista ciclabile è riassunta dai numeri: ciò che doveva costare 168 mila euro costerà verosimilmente 468 mila euro. Come se non bastasse si sono aggiunte le spiegazioni non convincenti dell’assessore D’Agata, la sua ricognizione inutile nei luoghi ed infine anche la clamorosa dimissione del direttore dei lavori”, scrivono in una nota in cui affrontano anche altri temi.
In serata da Palazzo degli Elefanti è stato diffuso un comunicato in cui si annunciano provvedimenti nei confronti del direttore dimissionario.
“Nei confronti di un geometra, dipendente comunale che, in maniera assolutamente irrituale ha reso noto le proprie dimissioni nel corso di una seduta della Commissione consiliare Lavori pubblici, l’Amministrazione ha deciso di verificare i fatti e chiedere, se ne esistono le condizioni, l’apertura di un procedimento disciplinare“, ha detto l’assessore Rosario D’Agata specificando come le dimissioni, annunciate per il 12 aprile, sarebbero state “motivate con presunte ingerenze dei consulenti del Comune sulla realizzazione della pista ciclabile mentre i contrasti sono nati da una richiesta generale di aumentare la sicurezza del percorso”.
“I consulenti – ha detto D’Agata -, esperti di altissimo livello che operano a titolo gratuito, non hanno fatto altro che intervenire segnalando le criticità rivelate dal progetto in sede di esecuzione e riguardanti la sicurezza. I rilievi mossi dal geometra nelle sue dimissioni sono stati giudicati da altri tecnici esagerati e inopportuni: l’Amministrazione e i consulenti hanno infatti semplicemente indicato la necessità di accrescere la sicurezza allungando i cordoli e realizzandoli con materiali più idonei rispetto al cemento”.
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