Poste Italiane s.p.a. è stata condannata dai giudici del Tribunale Civile di Catania a pagare ad una coppia di coniugi titolari di vari buoni fruttiferi postali con scadenza trentennale – serie O del 1984 – l’importo risultante dalle prescrizioni contenute nei titoli per come risultava dal loro contenuto.
Lo rende noto il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi sottolineando come la sentenza “costituisce una vittoria per i risparmiatori che si vedono corrisposta solo circa la metà di quanto sarebbe invece l’importo totale secondo le disposizioni poste sulla tabella a tergo dei titoli. La coppia si era rivolta all’associazione nel 2015 ed, assistita dall’avv. Veronica Russo dell’Ufficio legale provinciale del Codacons, aveva citato in giudizio Poste Italiane s.p.a. chiedendo il ristoro integrale dei loro buoni secondo le disposizioni riportate in tabella”.
“Dopo più di tre anni – afferma Tanasi – il Tribunale di Catania decide stabilendo che la discrepanza tra le prescrizioni ministeriali e le indicazioni riportate sui buoni postali offerti in sottoscrizione al richiedente deve essere risolta dando la prevalenza alle seconde. L’accordo negoziale ha ad oggetto il contenuto enunciato dai buoni, anche quando in precedenza, con decreto ministeriale, siano state modificate le relative condizioni”.
A distanza di due settimane, però Poste Italiane rende nota la propria scelta di non pagare e appellare la decisione del tribunale di Catania (LEGGI QUI)
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