Eugenio Cambria è stato confermato segretario generale della Uil Poste di Catania. Il congresso dei delegati, presieduto dalla segretaria generale della Uil Enza Meli, ha eletto pure la Segreteria territoriale che collaborerà con Cambria ed è composta da Valeria Wanausek e Giovanni Leotta. Tesoriere, Eugenio Della Fortuna.

Nel corso del dibattito, numerosi interventi hanno manifestato un diffuso stato di timore e disagio per le condizioni di lavoro dei dipendenti delle Poste Italiane. Sempre meno e sempre più esposti a rischi, tra precariato selvaggio e turni massacranti che i portalettere sono costretti ad affrontare in scooter.

“Siamo pronti ad alzare la voce – ha affermato Enza Meli – perché il Popolo delle Poste non perda il diritto di avere diritti, perché il personale e gli utenti vengano trattati da persone e non come numeri”. La segretaria generale della Uil insieme al segretario territoriale dell’organizzazione di categoria hanno, intanto, preso posizione oggi sul caso della rapina alle Poste di Aci Sant’Antonio, dove i dipendenti sono stati ostaggio di alcuni malviventi: “Questo episodio – affermano Enza Meli ed Eugenio Cambria – ripropone l’emergenza-sicurezza negli uffici postali. L’azienda si preoccupi dei lavoratori e dei cittadini, che sono risorsa essenziale. Questo, peraltro, è anche il modo più intelligente per consolidare e migliorare i propri bilanci. Alla lunga, i tagli indiscriminati producono solo contraccolpi”.

Nella sua relazione congressuale, Eugenio Cambria s’è pure soffermato sul nuovo contratto di lavoro evidenziando i “risultati raggiunti grazie alla grande professionalità e al costante impegno della delegazione trattante Uil Poste ai Tavoli di Trattativa”.

Il segretario ha, quindi, affermato: “Perché questi accordi producano i risultati attesi, è necessaria una omogeneizzazione gestionale sul territorio dove registriamo una cultura aziendale più incline alla applicazione del codice disciplinare come strumento di soggettiva rivalsa gerarchica, al limite dell’abuso e del mobbing. Questo non contribuisce certo alla creazione di un clima empatico nella relazione con i lavoratori”. Cambria ha, infine, citato le testimonianze dei “colleghi operatori di sportello che lamentano lo stress da lavoro in carenza di copertura delle postazioni, in rapporto ai reali flussi di traffico”.