La presentazione delle liste e dei documenti da parte di difesa e accusa e l’assegnazione dell’incarico a un perito di trascrivere le telefonate agli atti dell’inchiesta ha caratterizzato la prima udienza del processo per corruzione, davanti al Tribunale di Catania, all’imprenditore Giuseppe Virlinzi, 78 anni, al suo ex storico commercialista, Giovanni La Rocca, 77 anni, all’ex presidente dell’ottava sezione della locale commissione Tributaria provinciale Filippo Impallomeni, di 72, al direttore commerciale della Virauto Agostino Micalizio e per tentato favoreggiamento a un cancelliere di 63 anni, Antonino Toscano.
Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 24 novembre. Il giudice è accusato di avere favorito aziende dell’imprenditore Giuseppe Virlinzi in dieci contenziosi con l’Agenzia delle Entrate per oltre 800mila euro. Nell’inchiesta sono confluite indagini e accertamenti del Gico e del Nucleo di polizia Tributaria della guardia di finanza di Catania coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Michelangelo Patane’ e dal sostituto Tiziana Laudani. L’accusa contesta a Impallomeni l’uso di cinque auto dal 2006 e di averne fatto richiesta come ‘rappresentanza’ anche quando era a capo della direzione del Tesoro a Catania. Controllate le sentenze emesse sul Sisma ’90: per l’accusa cinque sono state decise in pochi mesi e due erano per il gruppo Virlinzi. In meno di un anno, inoltre, si sarebbe espresso su sette procedimenti avviati da aziende riconducibili allo stesso imprenditore con una tempistica che l’accusa ritiene “nettamente sotto la media”.
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