Guadagna una posizione, ma resta in basso alla classifica: Catania è al 94esimo posto (su 110) tra le più vivibili in Italia.

La tradizionale indagine del Sole 24 ore sulla ‘Qualità della vita’, giunta alla 27esima edizione, ogni anno mette a confronto la vivibilità nelle province italiane su un’ampia serie di indicatori, aggiornati al 2015 e al 2016 ed articolati in sei settori d’indagine: Affari, lavoro e innovazione; Reddito, risparmi e consumi; Ambiente, servizi e welfare; Demografia, famiglia, integrazione; Giustizia, sicurezza, reati; Cultura, tempo libero e partecipazione.

Per quanto riguarda le altre siciliane, prima si conferma Ragusa all’82esimo posto, segue Enna all’84esimo, Messina all’88esimo posto, poi Agrigento al 90esimo, Trapani al 91esimo, Catania al 94esimo, Siracusa al 98esimo, Palermo sale al 99esimo (nella passata edizione era al 106esimo posto) e infine Caltanissetta al 100esimo posto.

Molte le novità del 2016, per rendere più completo il check della vivibilita’ sul territorio, con una maggiore attenzione alle esigenze e ai problemi piu’ attuali della collettività, il valore della casa, il lavoro per i giovani, la capacita’ di innovazione, l’integrazione degli stranieri, l’offerta di welfare, la partecipazione civile. Le sei aree hanno cosi’ acquisito una denominazione più inclusiva e i parametri da 36 sono saliti a 42.

Resta comunque il divario tra Nord e Sud, quello tra le province di maggiori dimensioni frenate dai nodi sicurezza e ambiente nel loro slancio in avanti, e spiccano le realta’ medie o piccole – spesso beneficiate dall’autonomia – in evidenza come modelli di vivibilita’.

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