Sono da poco passate le due e trenta, poche auto attraversano via Crispi, un boato assordante tira giù dal letto gli abitanti del quartiere che per un solo istante pensano alla terra che trema, all’Etna, al terremoto. Flash di paura nel centro di Catania.

Pochi minuti e il disastro è sotto gli occhi di chi si precipita in strada. E’ il gas contenuto in una bombola, esploso accidentalmente, a sventrare un vecchio palazzetto a tre elevazioni a due passi da via Archimede. Poche le ipotesi per spiegare il botto: una stufa mal funzionante o una vecchia cucina, tutte e due verosimilmente alimentate dal gpl.

Pesantissimo il bilancio: una donna di 85 anni, Agata Strano morta mentre era ancora sotto le coperte a letto, schiacciata dalle macerie provocate dalla deflagrazione, una bimba di dieci mesi italo-marocchina gravissima, sbalzata in strada dallo scoppio, e poi un uomo ustionato probabilmente vicino alla bombola di gas ricoverato prima al Vittorio Emanuele e poi trasferito al civico di Palermo, e altri due ustionati in maniera leggera che si trovavano nel palazzo accanto, trasferiti nell’ospedale di Lentini.

I primi ad intervenire in strada sono i vigili del fuoco assieme ai carabinieri e alla polizia scoprono uno scenario apocalittico con i resti in piedi del palazzo e sotto le macerie ammonticchiate. Lo scheletro del piccolo stabile si mostra letteralmente a brandelli: facciata, solai, pavimenti e pareti sono un cumulo altissimo di ciò che resta. In bilico ci sono un asse da stiro e un armadio con le ante squinternate.

Accanto alle macerie i vigili del fuoco, ma anche i poliziotti, i carabinieri gli uomini della protezione civile scavano con la con le mani e con l’ansia di arrivare troppo tardi. In prima fila ci sono pure i cani dell’unità cinofila che scodinzolano e indirizzano i soccorritori. Si va avanti sino all’alba. A quell’ora via Crispi si popola di curiosi, tutti in fila tra lo spiegamento di forze dei pompieri, il ritmo piano piano si allenta.

Solo verso le sette il ritmo riprende forsennato: c’è un sospetto. L’uomo ustionato che abitava al primo piano e che è stato trasferito al civico di Palermo, lo stesso che qualcuno aveva sentito nel cuore della notte mentre armeggiava in cucina, aveva una badante. Dove si trova adesso la donna? In campo ritornano i cani, ma loro non si muovono più freneticamente. Il rischio è scongiurato. Fortunatamente.

Nel frattempo altri vigili del fuoco controllano la staticità dei sue palazzi che si appoggiano sui fianchi dello stabile sventrato. Risulta seriamente compromessa. Vengono evacuati. La Procura intanto apre un fascicolo. Reato ipotizzato: disastro colposo.

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