Su delega della locale Procura della Repubblica, la Squadra Mobile di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania nei confronti di sette persone accusate di alcuni furti eseguiti a danno di alcuni tir. L’operazione di polizia giudiziaria è scaturita da una indagine, condotta dalla Squadra Mobile, avviata nel mese di giugno 2020 a seguito di una violenta rapina subita da un autotrasportatore nella zona industriale di Catania.

Una squadra di specialisti delle rapine

Fin dalle fasi iniziali delle indagini è apparso evidente che si aveva a che fare con un gruppo ben organizzato che vantava una lunga esperienza criminale nel settore.  Si è accertato, infatti, come il gruppo, in cui ciascuno ricopriva un ruolo ben definito, avesse come target esclusivo gli autotrasportatori impegnati nella distribuzione d’ingenti quantitativi di prodotti alimentari che venivano selezionati tramite una tecnica collaudata che richiedeva anche diverse settimane di osservazione per studiarne orari, percorso e tabella di marcia, riducendo al minimo il margine di errore nella esecuzione del colpo.

I colpi in tangenziale

La fase successiva era quella del materiale “assalto”, in cui gli indagati agganciavano le vittime prevalentemente lungo la tangenziale del capoluogo etneo, anche in presenza di forte affluenza di traffico, e, dopo un breve pedinamento con vetture con targhe contraffatte, sbarravano la strada all’autoarticolato che era costretto a fermarsi in mezzo alla carreggiata. Ottenuto il comando del mezzo, la vittima veniva minacciata con una pistola, privata del suo telefono cellullare e incappucciata per evitare che vedesse e memorizzasse il percorso effettuato per raggiungere il sito prescelto per il trasbordo della merce.

La vittima in ostaggio

Durante le operazioni di scarico della merce, che richiedevano anche diverse ore, la vittima era tenuta in ostaggio da uno dei complici che lo costringeva a rimanere immobile minacciandolo con una pistola. Conclusa l’attività l’autotrasportatore veniva incappucciato e abbandonato lontano dal luogo della rapina. Usavano anche dissuasori di onde elettromagnetiche, in gergo denominati jammer che, una volta azionati, inibivano l’attivazione del sistema di localizzazione satellitare presente sull’autoarticolato, rendendo di fatto impossibile ricostruire ex post il tragitto effettuato dal mezzo.

I nomi degli arrestati finiti in carcere

Si tratta di Bellardita Sebastiano (cl. 1951), Drago Giovanni (cl.1992), Drago Rosario (cl. 1963), Giuffrifa Lorenzo (cl. 1970), Giuddrida Sebastiano (cl. 1993), Lombardo Michele (cl. 1976) e Pollicano Campisi Felice (cl. 1981). Sono ritenuti responsabili a vario titolo e in concorso tra loro di rapina aggravata.