“Il nuovo contratto dovrà modificare la Legge 107 che ha peggiorato il mondo della scuola, dell’università, della ricerca, dell’Afam, introducendo meccanismi di competizione e maggiori poteri alla dirigenza, snaturando la ‘missione costituzionale’ della scuola, quella di formare cittadini consapevoli, ridurre le disuguaglianze e dare opportunità a tutti”.
Così, ha esordito il segretario generale FLC CGIL Francesco Sinopoli a Catania per parlare al mondo della Scuola, l’Università, la Ricerca, l’Alta Formazione musicale etnea della proposta portata avanti dal sindacato, a pochi giorni dall’apertura ufficiale della trattativa nazionale sul nuovo contratto di lavoro. Una trattativa che arriva dopo 8 anni di estenuante attesa, anni durante i quali la scuola ha subito i colpi della Legge 107/2015, che ha introdotto prebende, concessioni, bonus e carte del docente, un sistema cioè assai distante da quella visione di una scuola, così come l’università e la ricerca, più inclusiva che guardino alla didattica, alla crescita piuttosto che a budget aziendali.
“Con il nuovo contratto vogliamo ricostruire condizioni di autogoverno, di partecipazione e collegialità – ha proseguito il segretario Sinopoli– e restituire la dignità ai lavoratori persa in questi anni, e una parziale restituzione delle risorse tagliate”. Sinopoli ha annunciato un nuovo confronto con il Governo per sabato prossimo, “Dopo di che – anima la platea – Tenetevi pronti perché se non arriveranno le risposte noi saremo pronti a scendere in piazza”.
Ad introdurre il tema dell’iniziativa, “Riprendiamoci il Contratto” è stata Antonella Distefano, segretario generale FLC CGIL Catania. “Con questo incontro chiudiamo un ciclo formativo di 12 seminari dedicati alle RSU e ai delegati, svolti in tutta la provincia – ha sintetizzato – Ci è chiaro che il sindacato deve stare nei posti di lavoro, nei territori, fra i lavoratori, perché è l’unico modo per difenderci dagli attacchi sferrati di continuo. Con il nuovo contratto dobbiamo riprenderci anche la dignità”.
Poi, la relazione sulla nuova piattaforma contrattuale affidata ad Annamaria Santoro, componente della segreteria nazionale FLC CGIL che sintetizza le proposte del sindacato: dal piano Lavoro alla sostenibilità pensionistica; dal ripristino dell’art. 18 alla battaglia contro la Legge 107, per la scuola, e la Legge 240 per l’università. “Lotteremo per evitare che i settori importanti come la ricerca e l’Afam – ha aggiunto – diventino un’enclave di precariato e chiediamo un investimento in istruzione e ricerca per 21 miliardi di euro, tanto serve, per allinearci alla media dei paesi Europei”.
Grazia Maria Pistorino segretario generale FLC CGIL Sicilia ha introdotto anche il tema del tempo scuola e ha parlato in numeri. “In Sicilia abbiamo solo l’8% del tempo pieno contro il 48% della Lombardia, significa che i nostri ragazzi hanno diritti in meno, esattamente 2 anni di scuola negati rispetto al percorso della primaria. Un problema che è un’emergenza anche dal punto di vita sociale. Nella nostra Isola, in 10 anni abbiamo perso 70 mila studenti della scuola di tutti gli ordini e grado: non si tratta di un calo demografico ma di una nuova forma di emigrazione”. “Numeri che riportano alla responsabilità di investire in istruzione, ricerca e università – ha aggiunto la segretaria Flc Cgil Sicilia –Tutti i settori della conoscenza sono il perno dello sviluppo di questa terra, del Mezzogiorno e di tutto il Paese ed è bene che anche il Governo nazionale ne sia consapevole”.
Sono intervenuti anche Rosaria Leonardi, componente segreteria CGIL Catania, i docenti Michele Vivaldi, Carmen Coco, Giovanna Nastasi, Pina Palella, Salvo Di Dio (Personale Ata) Katia Perna, Università, Armando Conti (dirigente Università), Giovanni Pennisi, professore ordinario, Adriana Aloisi, segretario provinciale Flc Cgil responsabile comparto Policlinico, Tino Renda, Responsabile regionale e provinciale comparto Ricerca, Stefano Sanfilippo AFAM, dirigente nazionale e responsabile Catania.
L’iniziativa si inquadra anche nel contesto dell’imminente rinnovo delle RSU nei primi mesi del 2018.
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