Il gip di Caltagirone, su richiesta della locale Procura, ha convalidato il fermo eseguito dai carabinieri di un 20enne e un 30enne, entrambi cittadini extracomunitari, gravemente indiziati di sequestro di persona, lesioni aggravate, minacce e tentata violenza sessuale. I fatti risalgono al 3 settembre scorso.

L’allarme e la denuncia

A lanciare l’allarme, telefonando al 112, sono stati gli amici della vittima, un 17enne algerino, che si erano accorti della sua ingiustificata assenza dalla comunità di accoglienza dove sono tutti alloggiati.

L’intervento dei Carabinieri e le indagini svolte hanno consentito agli investigatori di raccogliere elementi utili a comprendere la dinamica degli eventi, acquisendo primi importanti elementi indiziari a carico dei due extracomunitari, originari del Ghana e della Sierra Leone.

I due arrestati, secondo una ricostruzione, avrebbero “convocato” il minore accusandolo di avere sottratto dei documenti e, per farsi restituire il maltolto, lo avrebbero segregato nella loro abitazione, nel centro storico di Caltagirone, sottoponendolo a sevizie, peraltro, sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti che assumevano nel corso degli eventi.

Le sevizie e le minacce

Il giovane, pertanto, sarebbe stato minacciato, percosso sia a mani nude che con un corpo contundente (un tubo di gomma per l’irrigazione, sottoposto a sequestro) e aggredito dai due con un coltello da cucina (anche questo rinvenuto e sequestrato) procurandogli ferite da taglio. Inoltre, per come raccontato in sede di denuncia dalla persona offesa, i due aguzzini, non riuscendo ad ottenere dalla vittima ciò che desideravano, avrebbero minacciato di sottoporlo ad abusi sessuali, tentando di denudarlo e percuotendolo al contempo.

Il giovane algerino, riuscito autonomamente a riconquistare la libertà, è stato raggiunto dai Carabinieri che, nel frattempo intervenuti sul posto, hanno attivato i soccorritori che lo hanno accompagnato presso l’ospedale “Gravina e Santo Pietro” di Caltagirone, non in pericolo di vita, per le cure del caso. Sono in corso ulteriori indagini. I due fermati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in regime di braccialetto elettronico.

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