La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha delegato alla polizia di Stato all’esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere emessa nei confronti di un cinquantenne pregiudicato, in quanto gravemente indiziato, allo stato degli atti e in relazione alla fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, dei reati di atti sessuali con minore in cambio di corrispettivo in danaro ed altre utilità, aggravati per avere approfittato della situazione di necessità della vittima.
Le indagini
Il procedimento traeva origine da una richiesta di intervento formulata proprio dall’ indagato li quale si avvicinava a un equipaggio del ‘113’ riferendo di avere poco prima subito il furto del proprio cellulare da parte di un giovane straniero, di cui forniva il nome. L’ indagato forniva le descrizioni fisiche del presunto autore del furto e precisava che questi alloggiava in una struttura di accoglienza per minori stranieri non accompagnati ubicata nel Capoluogo etneo. Nel prosieguo le ulteriori attività consentivano di identificare li minore che, raggiunto dagli agenti, consegnava il telefono cellulare dell’uomo raccontando quanto era poco prima accaduto.
Le successive investigazioni, coordinate da questa Procura e svolte dalla Squadra Mobile- sezione Reati contro la persona, sessuali e in danno di minori, permettevano di appurare che il minore, orfano, giunto in Italia di recente via mare, unitamente ad altri cittadini extracomunitari, aveva conosciuto l’indagato per il tramite di un suo coetaneo connazionale.
Il racconto del minore
Secondo il racconto fornito dal minore, in occasione dei diversi incontri organizzati dall’indagato, questi compiva con la vittima atti sessuali in cambio di piccoli corrispettivi (piccole somme di danaro, sigarette o birre); il minore riferiva che aveva poi sottratto li cellulare all’indagato nel corso dell’incontro avvenuto il 27 settembre 2022 dopo avere respinto delle sue ulteriori avances. Dalle indagini esperite emergeva che l’indagato avrebbe inviato alla predetta persona offesa fotografie raffiguranti li proprio organo genitale e diverse banconote da cinquanta euro. Il racconto reso dalla persona offesa veniva confermato da altri testimoni. Nel contesto esecutivo, su disposizione dell’A.G. si procedeva al sequestro del telefono cellulare nella disponibilità dell’uomo per gli opportuni approfondimenti investigativi. Dopo un suo rintraccio e ad esito degli adempimenti di rito, l’indagato è stato tradotto presso li carcere di Piazza Lanza, a disposizione dell’A.G. inquirente.
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