Sgominata a Caltagirone una banda criminale dedita ai furti. Sono quattro i pregiudicati ritenuti a vario titolo autori dei reati di furto aggravato, furto in abitazione, rapina impropria e ricettazione, arrestati dai carabinieri su mandato del gip del tribunale di Caltagirone.

Il lavoro degli inquirenti è iniziato nell’aprile del 2014, all’indomani del verificarsi di numerosi furti di organi elettrici, perpetrati all’interno degli impianti idrici localizzati tra Grammichele e Granieri, al fine di ricavare rame da rivendere sul mercato nero.

Le indagini hanno permesso di ricostruire l’attività di un gruppo criminale, stabile e radicato sul territorio, responsabile di una dozzina di furti di materiale ferroso, attrezzi, accumulatori di corrente e gasolio da trazione, anche ai danni di società impegnate in servizi di pubblica utilità, con notevoli disagi per la collettività.

In manette sono finiti Michele Abbacco di 53 anni, Salvatore Inghilterra di 51, Orazio Lipsia di 35 e Giuseppe Manusia di 37. Il lavoro degli investigatori della stazione di Grammichele e della compagnia di Caltagirone è stato avviato nell’aprile del 2014, all’indomani di numerosi furti di organi elettrici, perpetrati all’interno degli impianti idrici localizzati tra Grammichele e Granieri, al fine di ricavare rame da rivendere sul mercato nero. Nel corso delle indagini è emerso, sin da subito una spiccata capacità nel delinquere di Lipsia Abbaco e Manusia, dimostrata dalla dimestichezza con cui preparavano e portavano a segno i loro colpi nonché dalla facilità e rapidità con cui si disfacevano della refurtiva, vendendola a ricettatori di Grammichele, Comiso – nel caso specifico Inghilterra – e Paternò, anch’essi finiti nel registro degli indagati. Innumerevoli e assai vari i reati che spaziano dal furto in abitazione, al furto aggravato, alla ricettazione e alla rapina impropria.

I quattro erano pericolosi e altrettanto spregiudicati: in più di un’occasione, colti sul fatto dai proprietari dei terreni all’interno dei quali si erano introdotti, non hanno esitato a minacciare di morte le vittime – anche brandendo un’accetta – o a speronare l’autovettura di una di queste ultime per guadagnarsi la fuga.

Gli arrestati privilegiavano il furto di attrezzi da cantiere, materiale ferroso, batterie per autoveicoli e gasolio da trazione, creando spesso oltre al danno economico conseguente la sottrazione dei citati materiali anche numerosi disservizi alla collettività, come ad esempio quando le loro azioni delittuose prendevano di mira società impegnate nella raccolta dei rifiuti solidi urbani. Nel corso dei loro raid, si accaparravano qualsiasi cosa capitasse loro a tiro, tanto da asportare anche un’autovettura, dei cellulari, una macchina fotografica, un carretto siciliano o addirittura arrivando a rubare in una chiesa dalla cassetta per le offerte dei fedeli.

Neanche il vincolo di parentela è stato sufficiente a frenare l’agire di uno degli indagati, che si è reso autore di un furto persino all’interno dell’abitazione della propria nonna.

Il 15 gennaio a Grammichele, proprio il Orazio Lipsia era stato ferito da un colpo di fucile all’addome, esploso dal proprietario dell’abitazione nella quale stava compiendo l’ennesimo furto.

br