Mario Ciancio Sanfilippo e il figlio Domenico si sono dimessi. E’ la mossa dello storico direttore de La Sicilia il giornale di catania, ma non soltanto etneo, dopo il sequestro beni disposto dalla Procura di Catania a carico dell’imprenditore/editore e direttore.

Beni per 150 milioni di euro, 31 società fra cui il quotidiano e le televisioni Antenna Sicilia e Telecolor. Le aziende sono state affidate dal Tribunale a due amministratori giudiziari: Luciano Modica e Angelo Bonomo ma intanto ieri sera Ciancio ha deciso di farsi da parte per garantire la prosecuzione dell’attività del giornale e per avere le mani libere per meglio difendersi in tribunale. Sì perchè il sequestro in primo grado con richiesta di confisca è solo un nuovo capitolo di questa vicenda che dura da dieci anni e che è passata anche attraverso una richiesta di archiviazione.

Ciancio ritiene di avere le carte in regola per difendersi efficacemente. ”Nell’ambito del procedimento di prevenzione a mio carico – dice – ritenevo di avere dimostrato, attraverso i miei tecnici e i miei avvocati, che non ho mai avuto alcun tipo di rapporto con ambienti mafiosi e che il mio patrimonio è frutto soltanto del lavoro di chi mi ha preceduto e di chi ha collaborato con me. Ritengo che le motivazioni addotte dal Tribunale siano facilmente superabili da argomenti importanti di segno diametralmente opposto, di cui il collegio non ha tenuto conto”.

”I miei avvocati sono già al lavoro per predisporre l’impugnazione in Corte di Appello” aggiunge Ciancio. ”Sono certo – spiega – che questa vicenda per me tristissima si concluderà con la dovuta affermazione della mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati, come dimostra la mia storia personale, la mia pazienza e la mia ormai lunga vita nella città di Catania”. L’imprenditore ed editore conferma che il provvedimento del Tribunale di Catania, sezione misure di prevenzione, “con cui si dispone la confisca delle mie aziende e di alcuni miei beni” gli è stato notificato stamattina.

Il primo passaggio sarà, dunque, appello e richiesta di dissequestro immediato. E proprio questa situazione fa si che gli amministratori agiscano con prudenza. Da loro non ci si aspetta nessuno stravolgimento della situazione. Fattosi da parte Ciancio che ha portato con se anche il figlio con direttore, si può proseguire come se nulla fosse cambiato, o quasi. O almeno è questo che sembra abbia detto l’avvocato del gruppo, Carmelo Peluso, ieri sera in una riunione con giornalisti e amministrativi di giornale e tv

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