“Alla Regione siamo alla fine di un quinquennio che potremmo definire fallimentare ci aspettavamo un’inversione di tendenza e un’idea di innovazione che invece non c‘è stata”. Sono parole durissime quelle pronunciate a Catania dalla parlamentare regionale del Pd, Concetta Raia che chiede al suo partito di avviare un ragionamento con le altre forze politiche per individuare ‘il candidato migliore’ alla presidenza della Regione.

Parole durissime che diventano macigni se si considera che sono state pronunciate davanti all’assessore regionale alla Formazione, Bruno Marziano, che con gli esponenti dell’area Sinistra Pd, vicini a Cesare Damiano, ha partecipato all’incontro “Verso il congresso” a sostegno della mozione congressuale che sponsorizza Andrea Orlando.

A rincarare la dose ci pensa Angelo Villari, assessore al Welfare del Comune di Catania in procinto di lasciare la giunta guidata da Enzo Bianco per una candidatura alle Politiche o alle Regionali: “Per la Sicilia, Crocetta è stato un fallimento assoluto – ha detto – ma così come non dobbiamo identificare Renzi al Pd, non possiamo accumunare il destino di Crocetta a quello di una forza politica che sta provando dall’interno a fermare la deriva cui va incontro la Sicilia”.

Marziano, dal canto suo, ha puntellato la propria posizione all’interno del partito: “Ho deciso di rimanere e sostenere Orlando – ha commentato – la responsabilità della scissione è di Renzi, ma è stato un errore uscirne. Si sarebbe potuto fare una battaglia dall’interno, anziché indebolire un partito che oggi rischia di consegnare la maggioranza ai Cinque Stelle e alle Destre”.

Sullo sfondo c’è ovviamente la questione complicata del tesseramento (soprattutto a Catania), così l’assessore regionale invita ad una rifondazione del partito “nello spirito dell’Ulivo, tornare indietro rispetto a quella mutazione genetica che ha consentito in questi anni l’assalto di esponenti che con il nostro partito non aveva alcun punto di contatto”.

Entra nello specifico, invece, Angelo Villari che allontanando la possibilità di una sua fuoruscita dal Pd, va giù durissimo: “Era alle porte un’invasione barbarica dobbiamo a Concetta Raia, la prima, anzi l’unica, a segnalare il problema delle oltre 2700 tessere on line del 2015, così come il lancio dell’Opa fatta da alcuni esponenti del partito, disposti a qualunque cosa pur di arrivare all’obiettivo, compreso quello di portare le persone davanti ai gazebi con 15 euro nelle mani”.

Il riferimento, senza citazione per carità, è all’ala che fa capo al duo Sammartino-Sudano che, dallo loro punta di vista, alcuni giorni fa hanno parlato di ‘confronto democratico impedito’ denunciando ‘gravi irregolarità’ nel week end individuato per il tesseramento.

Anche la parlamentare Luisa Albanella ritiene che dopo l’esperienza Renzi, definita interessante, “c’è un partito che rischia di perdersi”, poi avverte: “Chi oggi prova ad intestarsi a Catania la primogenitura del sostegno al guardasigilli, sappia che non rende un buon servizio ad Orlando stesso”. Il riferimento potrebbe essere all’area dem che fa capo al deputato Giuseppe Berretta, fedelissimo del ministro, ma specie alle falde dell’Etna  in frizione con il gruppo cigiellino del trio Albanella-Raia-Villari.