Sono giorni concitati per la Pubbliservizi di Catania il cui destino si deciderà entro il prossimo 31 luglio. Scade a fine mese, infatti, il contratto di servizio della partecipata della ex Provincia Regionale di Catania che conta 400 dipendenti, per i quali si potrebbe profilare una proroga o un rinnovo, ma prima ancora sarà determinante capire che fine farà l’azienda.
A più riprese si è detto della grave situazione finanziaria di Pubbliservizi che è ad un bivio: la ricapitalizzazione con l’intervento diretto del socio unico, cioè la Città metropolitana di Catania o la messa in liquidazione della società. La terza via, quella che pare si stia battendo, prevede invece la costituzione di una società speciale per salvare i 400 posti di lavoro.
Intanto oggi l’amministratore unico Silvio Ontario ha incontrato i sindacati fotografando lo stato attuale delle cose confermando la volontà di tagliare alcuni stipendi piuttosto alti, ma avvertendo anche le parti sociali che in assenza della stipula di un nuovo contratto, quello di luglio potrebbe essere l’ultimo stipendio garantito.
Ontario ha detto “come non possa essere il solo congelamento dei superminimi a sanare un bilancio pesantemente deficitario. Chiederò agli enti soci, ossia, nella sostanza, alla Città metropolitana, una veloce ricapitalizzazione, dopo la quale sarà necessario trasformarsi radicalmente, mutare pelle, forma e, soprattutto, anima per costruire una società in grado di sostenersi e sostenere le sfide del futuro”.
Durante l’incontro, il consulente della partecipata, Marcello Gulisano, ha ribadito la gravissima situazione di Pubbliservizi ed ha riferito ai sindacati di aver già redatto il piano industriale in diverse varianti vagliando tutte le ipotesi possibili in merito alla possibilità di risanamento dell’attuale società o tramite conversione in azienda speciale.
“Siamo combattuti – commenta Paolo Magrì, segretario generale Cisal Terziario – sembra un buon inizio quello di rivalutare le scellerate elargizioni di livelli e superminimi senza criteri e con solo scopo clientelare, dall’altra parte troviamo agghiacciante la comunicazione dell’amministratore unico in merito alla garanzia dell’ultimo stipendio. Reputiamo che la Pubbliservizi debba continuare ad esistere sia per la salvaguardia dei lavoratori, seri e onesti che vi operano, sia per il servizio fondamentale che offre alla collettività”.
Anche per Cisal il modello organizzativo e gestionale della Pubbliservizi va rivisto: “Per questo – dice Magrì – abbiamo dato massima disponibilità all’attuale management”.
“Prendiamo atto del percorso del risanamento che il presidente della Pubbliservizi vuole intraprendere – dichiarano le segreterie provinciali di Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uil Trasporti – ma se si vuole dare un segnale di discontinuità con il passato si deve passare immediatamente dalle frasi sentite e risentite da parte di tutti i presidenti che si sono susseguiti sui buoni propositi di legalità, giustizie eccetera, ai fatti concreti più volte evidenziati”.
“Pertanto – aggiungono – se il percorso è quello del vero risanamento, ben vengano le consulenze mirate a trovare e distruggere il “cerchio magico” fatto di abusi e complicità volte a comprare il silenzio di comari e compari del malaffare”.
La Pubbliservizi è finita nel mirino della magistratura catanese per dei presunti casi di corruzione, nell’inchiesta ‘Cerchio magico’ della Guardia di finanza è coinvolto anche l’ex presidente Adolfo Messina.
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