Un’amara scia di polemica ha seguito il derby tra Siracusa e Catania, derby vinto dagli aretusei per 1 a 0.
Prima della partita, infatti, i giocatori del Catania sarebbero stati accolti, all’interno del terreno di gioco, dai sostenitori del Siracusa. Un episodio che Pietro Lo Monaco, amministratore delegato del Catania, ha denunciato dopo la fine della gara, senza parlare di vittoria a tavolino per la sua squadra, ma solo chiedendo un’indagine del ministero.
Alle parole di Lo Monaco ha subito risposto il presidente del Siracusa, Gaetano Cutrufo, sottolineando come le parole dell’ad rossazzurro fossero dettate dall’amarezza per la sconfitta. La contro replica di Lo Monaco non si è fatta attendere e il dirigente del Catania ha affidato i suoi pensieri ad un lungo intervento pubblicato sul portale web del Catania, calciocatania.it. Dichiarazioni che riportiamo integralmente.
“Sono piacevolmente sorpreso dalla grande attenzione che il signor Cutrufo riserva alla mia persona, annotando come un alunno diligente, sul suo diario, tutti gli spunti legati alle mie dichiarazioni. L’alunno diligente è però, purtroppo, poco brillante: non riesce infatti a distinguere il “saper perdere” dalla doverosa e sacrosanta difesa delle ragioni di uno sport splendido, il Calcio. Per imperizia, superficialità, negligenza o altra causa, il Calcio è stato violentato, al “De Simone”, perché il Catania ha subito aggressioni verbali e minacce in un clima carico di tensione intimidatoria, nel pre-gara, con gli ultras locali in campo ad accogliere i giocatori rossazzurri. E il Presidente del Siracusa, cosa ne pensa? Non una parola dettata dalla vergogna, non una parola di scuse, non un’ammissione di responsabilità, da parte del massimo dirigente aretuseo, soltanto amare note di silenzio sportivo nel miele di parole figlie dei tre punti sgraffignati: è un comportamento indecoroso, tipico di chi non sa vincere e di chi ritiene che, in nome della vittoria, sia normale accettare uno scempio come quello registrato ieri. In effetti, i precedenti lasciano intendere proprio questo: per il Siracusa, ed in particolare per il suo Presidente, è evidentemente normale che i tifosi stiano in campo nel pre-gara e anche durante una partita, attraversando il rettangolo verde con una cintura in mano e provocando la sospensione dell’incontro, com’è accaduto in estate quando Cutrufo si disse pronto a dimettersi, dimenticando poi in fretta questo proposito. Noi riteniamo invece che questi siano episodi gravissimi e che le lacune evidenziate vadano urgentemente analizzate dal Ministero dell’Interno, perché l’ordine pubblico è la pre-condizione da assicurare alle società sportive e con le società sportive: occorre avviare un’indagine e giungere a spiegare come e perché è possibile, quasi nell’immediatezza del fischio d’inizio di una partita, che i tifosi della squadra ospitante “accolgano” i giocatori della squadra ospitata. Cutrufo, che merita una domenica di riposo dopo il pesante sforzo letterario con la ciliegina della definizione “orgiastico-mediatica”, parla di verità e di stile: abbia il buon senso di tacere, davanti alle immagini che decretano la doppia sconfitta del Calcio. Il Calcio ha perso una prima volta, a Siracusa, perché si è oltrepassato il limite delle norme, non presidiando l’area riservata ai calciatori ed ai tecnici. Il Calcio ha perso la seconda volta perché, avendo vinto la squadra che ha trovato il gol con l’unico tiro in porta ed avendo perso quella che ha colpito una traversa e creato sei nitide occasioni da rete, il Siracusa potrà continuare a pensare che, in nome della vittoria, sia normale l’accoglienza riservata al Catania. È superflua, Cutrufo, la sua puntualizzazione relativa alla gara di ritorno: noi accogliamo con piacere ed attenzione i nostri ospiti, la macchina organizzativa dell’ordine pubblico è perfetta ed inappuntabile, al “Massimino”, grazie alle forze dell’ordine ed alla società. Quanto ai suoi auguri, Cutrufo, non ci servono: li risparmi, quindi, per rivolgerli poi al suo club, che ha bisogno dei migliori auguri di tutti per evitare le invasioni di campo in occasione delle gare casalinghe”.
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