Venti di guerra nel Mediterraneo. La tensione tra Stati Uniti e Russia continua a salire. Da oltre una settimana dalla base di Sigonella sono state attivate le misure di monitoraggio per seguire dal cielo le manovre militari della Russia nel Mar Nero. Per osservare le esercitazioni compiute dagli eserciti di Russia e Bielorussia, denominata “Allied Resolve 2022”, la Nato manda in pattugliamento i droni di stanza nella base siciliana. Dalle tracce radar dei siti specializzati si possono ricostruire i movimenti di Forte12, un drone della serie RQ-4A Global Hawk. Il compito dell’aereo spia è tallonare onda dopo onda i movimenti della flotta russa nel Mar Nero. Nelle scorse settimane, sei navi da guerra con unità da sbarco della Marina russa avevano attraversato Gibilterra e dopo aver percorso il canale di Sicilia si erano ricongiunte con altre pedine delle forze navali del Cremlino.

Venti di guerra nel Mediterraneo, un drone da Sigonella all’Ucraina

Secondo la ricostruzione delle tracce radar Forte12 è già alla terza missione nel corso dell’ultima settimana. Nella notte tra il 9 e il 10 febbraio, il drone della marina statunitense e in forza al contingente Nato di base a Sigonella, si è alzato in volo da un punto del Mar Jonio per attraversare il Mediterraneo orientale e poi fare rotta sul Mar Nero, prima di addentrarsi sul cielo dell’Ucraina.  La missione dell’aereo spia è durata più di 14 ore.

Come funziona il drone spia partito da Sigonella

Il modello RQ-4 Global Hawk è costruito  dal Northrop Grumman) è un aeromobile a pilotaggio remoto (APR) usato dalla U.S. Air Force come  aereo da ricognizione.

Il Global Hawk è in grado di fornire un radar ad apertura sintetica (SAR) ad alta risoluzione. Può volare anche in condizioni meteo estreme. Questo drone può sorvegliare quasi 100 000 chilometri quadrati (40 000 miglia quadrate) di terreno di giorno. E’ in grado di operare per 24 ore di seguito ed osservare una griglia di 370 x 370 kilometri, per poi ritornare alla base di partenza. I potenziali utilizzi del Global Hawk riguardano la raccolta di informazioni sia in tempo di pace sia durante operazioni militari. Stando alle informazioni fornite dall’aviazione statunitense le capacità del velivolo permettono una precisa localizzazione di armamenti e una migliore protezione delle forze sul campo attraverso capacità di sorveglianza superiori. La “R” è la designazione del Dipartimento della Difesa statunitense per la ricognizione; “Q” invece viene usato per identificare gli aerei senza pilota. Il “4” è il riferimento alla quarta serie di una proposta di sistema di velivoli non pilotati. Ogni singolo Global Hawk, il cui costo previsto alla progettazione era di circa 35 milioni di dollari, costa attualmente 131 milioni e sommando i costi di sviluppo, si arriva a circa 222,7 milioni di dollari per ciascun esemplare.

Venti di guerra. Biden esorta gli americani a lasciare l’Ucraina

Questo modello di drone non è particolarmente efficace negli scenari di guerra. Nel giugno del 2019, un drone identico a quello utilizzato per spiare le mosse della Russia nel Mar Nero venne abbattuto dalla difesa aerea dell’Iran. Queste missioni contribuiscono ad acuire la tensione nello scacchiere del Mar Nero. Soltanto ieri, il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, intervistato da NBC News, ha lanciato un appello a tutti gli americani che si trovano in Ucraina: “Andatevene ora”.

Biden ha spiegato: “Non abbiamo a che fare con un’organizzazione terroristica. Abbiamo a che fare con uno dei più grandi eserciti del mondo. È una situazione molto diversa e le cose potrebbero peggiorare rapidamente”. Il giornalista della NBC, Lester Holt, ha chiesto al presidente statunitense quale scenario potrebbe spingerlo a inviare truppe per salvare gli americani in fuga dal Paese. E Biden ha risposto: “Non c’è. È una guerra mondiale quando gli americani e i russi cominciano a spararsi l’uno contro l’altro”.

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