Come fosse un bancomat. E’ servito anche a finanziare ‘fatti privati’ istituto musicale “Vincenzo Bellini”, il Conservatorio di Catania che ha sfornato decine di musicisti risultando essere un’eccellenza.

Emerge uno spaccato inquietante dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Catania avviata l’anno scorso dopo che la direttice amministrativa Clara Leonardi e il neo presidente dell’Ente, l’avvocato Guido Ziccone avevano scoperto firma false sui mandati di pagamento.

Mandati che la finanza di Catania ha ricostruito per 14 milioni di euro. Ammonta a tanto la voragine scoperta, grazie all’opera della ‘Band del buco’, un’associazione criminale che aveva svuotato le casse dell’ente musicale di Catania. Dipendenti e dirigenti infedeli, imprenditori: un gruppo collaudato che utilizzava l’ente per finanziare viaggi, l’acquisto di gioielli e capi di alta moda, riducendolo in rovina. 

L’operazione del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza denomina “The Band” ha trascinato in carcere 23 persone (6 in carcere e 17 ai domiciliari), 38 complessivamente gli indagati, con il contestuale sequestro preventivo di beni fino alla concorrenza di 14 milioni di euro nei confronti di funzionari e dipendenti dell’Istituto Superiore di studi musicali “Vincenzo Bellini” nonche’ di altri soggetti coinvolti (persone fisiche e giuridiche) esterni all’ente pubblico. Peculato continuato, ricettazione, riciclaggio e di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio connessi alla illecita distrazione e depauperamento di risorse finanziarie dell’istituto pubblico catanese, i reati contestati agli indagati che, secondo gli investigatori, hanno seriamente minato la solidita’ finanziaria dell’ente, sottraendo ingenti risorse economiche, con l’appropriazione di finanziamenti pubblici tra l’ottobre 2007 e il febbraio 2016. Ente pubblico fondato nel 1951 dal Comune e dalla Provincia di Catania, l’istituto musicale e’ finanziato annualmente con contributi del Comune, della Città metropolitana e, in minima parte, con le rette dei frequentatori. Le indagini dirette dalla Procura e condotte dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria, scaturite da una denuncia presentata da alcuni componenti del consiglio di amministrazione e dall’attuale direttore amministrativo del Bellini, hanno ricostruito ogni passaggio di denaro avvenuto tra gli indagati.

Duplice il sistema utilizzato dalla banda: una prima modalità di “sviamento” delle risorse pubbliche ha visto l’opera congiunta di più dipendenti dell’Istituto capaci di sottrarre in 9 anni oltre 10 milioni di euro. Per realizzare il loro piano criminale hanno fatto ricorso alla falsificazione di firme e di mandati di pagamento compilati con causali differenti (a seconda che lo stesso documento fosse destinato alla banca o agli atti dell’ente). I fittizi atti documentali hanno riguardato essenzialmente spese obbligatorie (quali oneri del personale, previdenziali e assistenziali) per le quali si è rivelato più agevole eludere ogni forma di controllo interno. L’utilizzo di una causale generica quale e’ quella di “contributi” ha favorito l’immediata liquidazione di ingenti importi e limitato le probabilità che gli amministratori dell’ente scoprissero l’enorme “buco”. Gli istituti di credito, dal canto loro, chiamati a svolgere il mero servizio di “cassa”, hanno registrato gli stessi importi o a favore dell’ex responsabile dell’ufficio ragioneria del Bellini e dei dipendenti suoi complici o a favore di imprese partecipi all’illecito. Il secondo stratagemma, invece, che ha fruttato agli indagati un profitto complessivo pari a circa 4 milioni di euro, ha visto la complicità di un reticolo di imprese commerciali compiacenti spesso riconducibili alle medesime persone fisiche e generalmente inadempienti al Fisco. Le imprese attive nel circuito illegale sono circa 20 e risultano destinatarie di pagamenti a fronte di prestazioni mai effettuate a favore dell’Istituto Bellini. Anche in questa circostanza, la predisposizione di una contabilità artefatta unita a falsi mandati di pagamento ha favorito la distrazione del denaro pubblico. Il ruolo delle imprese partecipanti e’ consistito nell’aprire conti correnti e carte prepagate nei quali far affluire il fiume di denaro sottratto e successivamente nel disporre, attraverso operazioni di home banking e di emissione di assegni nonché di prelevamenti in contanti, dei fondi illecitamente acquisiti per la restituzione e il reimpiego a favore degli stessi indagati.

Il Bellini è un ente pubblico fondato nel 1951; è finanziato annualmente con contributi del Comune, della Città metropolitana e, in minima parte, con le rette dei frequentatori.

L’ex responsabile della Ragioneria del Bellini, Agata Carrubba, ed il marito Fabio Antonio Marco, entrambi finiti in carcere, sono i genitori del consigliere comunale di maggioranza Erika Marco (approdata di recente ad Articolo 4 dopo essere stata eletta con Il Megafono) che come ha precisato la procura è estranea all’indagine.

In una nota il sindaco Enzo Bianco ha detto: “È stato estirpato un cancro che minacciava di uccidere un’istituzione molto importante per l’intera Sicilia”.

br-far

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