Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in ricordo dell’omicidio del giovane sindaco Pino Camilleri, avvenuto a Naro in provincia di Agrigento, il 28 giugno 1946, propone le riflessioni dello studente Pasquale Manfreda, della classe III sez. C del Liceo scientifico Filolao di Crotone
“La provincia di Agrigento fu, nei primi anni del dopoguerra, caratterizzata da parecchi omicidi di stampo mafioso, i quali partirono col colpire il primo cittadino di un paesino di Agrigento. Pino Camilleri, giovane sindaco di 27 anni, nella giornata del 28 giugno venne tragicamente ucciso con un colpo di fucile alla testa. La ragione della sua morte è dovuta dal suo contributo incondizionato nelle frequenti lotte agricole locali, per le quali ottenne l’appoggio dei cittadini, ma in cambio attirò l’attenzione del clan locale che volle subito mettere a tacere le proteste. In quel crudele giorno il suo corpo, ormai senza vita, fu trovato dalle autorità del posto, che iniziarono subito le indagini per trovare i due colpevoli. Al Giorno d’oggi purtroppo non si sa con esattezza se l’omicidio fosse stato di matrice mafiosa o vendetta in campo politico. Si ipotizza pero la prima ipotesi. Il suo coraggio di non piegarsi alla malavita neanche di fronte ai sicari ha dimostrato che bisogna avere grinta per lottare contro questo genere di persone perciò ricordarlo è un vero onore perché resterà un esempio per tutti noi giovani dato che a soli 27 anni ha saputo scegliere i valori per cui combattere anche a costo della vita.”
Sin dai primi anni del Novecento i sindaci furono molto esposti nel Meridione perché rappresentando lo Stato spesso andavano a cozzare con gli interessi illeciti locali. Pino aveva ben chiaro quale fosse il suo compito: rappresentare le istituzioni e tutelare la parte onesta della società, sdegnando ogni forma di compromissione con chi del malaffare fa politica e fattura. La figura del giovane sindaco è veramente altamente simbolica; non sempre i politici hanno un’età verde. Pino all’entusiasmo della gioventù coniugava coraggio e responsabilità. Per tale ragione commuove ancora la sua storia che i giovani ascoltano con interesse e rispetto.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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