Il made in Sicily dell’alimentare e delle bevande vive una fase di forte espansione tra il 2024 e il 2025. La Sicilia, che contribuisce per l’1,9 per cento all’export nazionale di alimentari e bevande, registra nei dodici mesi tra luglio 2024 e giugno 2025 esportazioni per 1,1 miliardi di euro, pari al 9,7 per cento dell’export manifatturiero regionale. Un risultato che conferma il ruolo strategico del comparto agroalimentare per l’economia dell’Isola.
A livello provinciale, il peso delle esportazioni di alimentari e bevande sul valore aggiunto è più elevato a Trapani (2,54 per cento) e Ragusa (2,23 per cento), seguite da Agrigento (1,53 per cento), Messina (1,34 per cento), Catania (1,17 per cento) ed Enna (1,07 per cento). Valori più contenuti per Palermo (0,63 per cento), Siracusa (0,23 per cento) e Caltanissetta (0,21 per cento). Nel primo semestre del 2025 la Sicilia si distingue inoltre come la regione con la migliore dinamica tendenziale dell’export agroalimentare in Italia, con una crescita del più 15,1 per cento.
La qualità resta uno dei principali punti di forza del made in Sicily: la regione è seconda a livello nazionale per numero di prodotti alimentari di qualità riconosciuti dall’Unione europea, con 36 prodotti certificati Dop e Igp. I prodotti Dop rappresentano il 55,6 per cento del totale (20 referenze), mentre gli Igp sono 16, pari al 44,4 per cento. Prevalgono ortofrutta e cereali, seguiti da oli e grassi, formaggi e altre eccellenze simbolo della tradizione agroalimentare siciliana.
A questi si aggiungono 293 prodotti agroalimentari tradizionali, frutto di metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo. Paste fresche, prodotti da forno e dolciaria rappresentano oltre un terzo del totale, seguiti dai prodotti vegetali naturali o trasformati: insieme concentrano quasi il 64 per cento delle specialità tipiche regionali.
L’artigianato nei settori dell’alimentare, delle bevande e della ristorazione in Sicilia conta 7.084 imprese artigiane attive, con 22.949 addetti. Il settore rappresenta il 12,7 per cento dell’artigianato – incidenza più elevata rilevata tra le regioni italiane – e il 17,5 per cento degli addetti dell’artigianato dell’Isola.
Per incidenza degli addetti dell’alimentare, delle bevande e della ristorazione sugli addetti del totale dell’economia, la Sicilia, con un valore pari al 2,8 per cento, si posiziona terza nella classifica nazionale. Tra le province, valori più alti si osservano per Messina (3,6 per cento), Enna (3,6 per cento), Trapani (3,5 per cento) e Agrigento (3,4 per cento); seguono Ragusa e Siracusa, rispettivamente al 2,8 e al 2,7 per cento, Caltanissetta al 2,4 per cento e, a pari merito, Palermo e Catania al 2,3 per cento.
Le più recenti tendenze del valore del fatturato a livello regionale mostrano che, nei primi nove mesi del 2025, il dato dell’alimentare è in crescita. La lettura incrociata per settore del fatturato per addetto, per classe di addetti e dell’occupazione dell’artigianato consente di stimare in Sicilia, per il 2025, un fatturato dell’artigianato nei settori dell’alimentare, delle bevande e della ristorazione pari a 1.597 milioni di euro, equivalenti al 5 per cento del totale nazionale, collocando la regione tra le dieci con il valore più elevato. Tra le province si registrano valori superiori a Catania, con 324 milioni di euro, Palermo con 309 milioni di euro e Messina con 279 milioni di euro.
Ultima curiosità: le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di spesa dei consumatori. Considerando il triennio 2022-2024, a dicembre si registra un valore delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari superiore del 21,6 per cento rispetto alla media degli altri undici mesi. A dicembre, mese dell’anno con il maggiore volume di spesa, si concentra il 10 per cento delle vendite annuali di prodotti alimentari. Si stima inoltre che la spesa delle famiglie siciliane per prodotti alimentari nel mese delle festività natalizie sia pari a 1,4 miliardi di euro, il 7,9 per cento della spesa nazionale. La provincia in cui i cittadini spendono di più in prodotti alimentari e bevande è Palermo, con 341 milioni di euro, seguita a distanza da Catania con 307 milioni di euro. Terza Messina con 187 milioni. Trapani e Agrigento registrano rispettivamente 124 e 118 milioni di euro di spesa. A poche incollature segue Siracusa con 113 milioni di euro. Novanta sono i milioni spesi dai ragusani. A Caltanissetta si investono nel periodo natalizio in alimentari e bevande 71 milioni di euro. Ultima in classifica Enna, con 46 milioni di euro.
«Questi dati dimostrano che è importante investire sulle nostre aziende – dichiara il presidente di Confartigianato Imprese Sicilia, Emanuele Virzì – e oggi i numeri certificano quanto sia importante investire nell’artigianato siciliano, anche alimentare. I prodotti made in Sicily rimangono simbolo di eccellenza e qualità, frutto di una cultura e tradizione che risalta i territori, con le maestranze che continuano a credere e a investire sia sulla qualità che sull’esperienza. La Confartigianato Sicilia è presente e vicina a queste alle aziende».
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