Plauso dei genitori per la testimonianza di questo papà
(Spino d’Adda, 24 febbraio 2024) – Grande successo di pubblico ieri alla “Sala Don Bosco”, Oratorio femminile di Spino d’Adda, Cremona, in occasione della serata dedicata al libro di Marco Termenana,“Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli”.
Sala piena e ben popolata.
Presenti il Sindaco Enzo Galbiati, il Vicesindaco Eleonora Ferrari ed il Parroco don Alberto.
Bella l’introduzione del Dirigente Scolastico professor Enrico Fasoli con i saluti dell’Assessore alla Cultura Marco Gobbo e magistrale l’attività di integrazione del dibattito della psicologa Eleonora Piacentini per gli aspetti clinici e terapeutici.
L’autore, con parole semplici e toccanti che proprio per questo hanno catturato sin da subito il pubblico innescando un acceso ed ampio dibattito, ha iniziato raccontando il dolore della famiglia nei primi giorni successivi al suicidio di Giuseppe, il figlio ventunenne (il primo di tre), fino alla pubblicazione del libro che gli ha dedicato “per ritrovare mio figlio e provare a compensare almeno un po’ un dolore insostenibile ed inenarrabile”.
Giusto per inciso: la storia racconta il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo perché la storia di Giuseppe è anche la storia di Noemi, alter ego femminile, entrambi immersi in un mortale isolamento, quello che oggi, adoperando un termine giapponese che letteralmente significa “stare in disparte” e che, purtroppo, si è tristemente molto diffuso anche nel mondo occidentale, si chiama hikikomori.
La serata, quindi, più che la presentazione di un libro è stato lo scambio di domande e risposte tra l’autore ed il pubblico e quindi un confronto tra esperienze dei genitori presenti.
Degno di nota un punto del dibattito: partendo da parte del titolo “l’amore che non ho fatto in tempo a dirgli”
si è molto discusso dell’amore che i genitori danno ai figli ma senza mai dirglielo apertamente, creando di fatto ed inconsapevolmente degli squilibri affettivi.
Il Vicesindaco Eleonora Ferrari:
“È chiaro che i temi toccati sono di grande interesse, ma il carisma dell’autore li rende ancora più attrattivi. Lui si deve essere abituato e non se ne rende neanche più conto, ma mi ha molto colpito la facilità e la velocità con cui è entrato subito in sintonia con tutte le persone presenti. Sinceramente, non sono abituata a vedere i miei concittadini che parlano in pubblico e soprattutto che parlano così liberamente dei loro aspetti più intimi e personali!”.
Marco Termenana:
“È stato un incontro lungo, di almeno un’ora più lungo di quelli che ho di solito. Non nascondo che, ad un certo punto, ho temuto che andassimo avanti per tutta la notte e ho avuto un moto di sollievo quando, verso le ventitré, ho visto le persone che cominciavano ad andare via. Sono molto contento però di come sia andato. Non mi stancherò mai di dire che solo in questo modo, cioè, portando in giro per l’Italia la mia esperienza di “testimone involontario” ai genitori, ai figli ed anche a chi non è né l’uno né l’altro ma desidera confrontarsi lo stesso con la mia esperienza, posso creare valore aggiunto e credo che solo così possa dare un po’ di senso all’inutile e stupida morte di Giuseppe e quindi un po’ lenire il mio grande dolore di padre.”
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L’autore è contattabile attraverso la sua pagina Facebook “Marco Termenana”
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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