PALERMO – Un film che argomenta la storia di un legame familiare con la forza narrativa dei dettagli, oggetti di casa mai messi a caso. Si chiama “Recomaterna” ed è il film vincitore della diciassettesima edizione di SorsiCorti, il festival internazionale di cortometraggi che quest’anno ha riempito il Cre.Zi. Plus ai Cantieri Culturali. La giuria di esperti, formata da Alessandra Minervini, Luigi di Gangi, Chiara Muscato e Alex Anna ha scelto come miglior film quello italiano prodotto da Giuseppe Sangiorgi.
La pellicola del regista Giuseppe Sangiorgi in appena dieci minuti entra nell’universo dei legami familiari. “Una scrittura intima che emerge con l’espressività della macchina da l’occhio del regista preciso e denso di senso presa – spiega la giuria -. Nella sceneggiatura nulla è lasciato al caso, ogni scena ha la coerenza e la passione di una storia personale che il cinema rende universale. La giuria premia insieme alla scrittura e alla regia, la fotografia e la scenografia che creano una orchestrazione di senso armonica”.
Premio come miglior documentario va invece ad “Aretè” di Elia Zaramelĺa. Un altro corto italiano tratto da una storia vera. “Il premio viene assegnato per la scelta del punto di vista con cui l’autore -precisano gli esperti – racconta una storia vera, ricca di dettagli che danno spazio all’immaginazione, alla fantasia, alla purezza dell’arte. L’assenza di retorica e di stereotipi, il montaggio che punta alla circolarità del racconto per immagini rendono ‘Aretè’ un film pieno di ritmo e di vita”.
A vincere nella categoria miglior corto sperimentale, invece, è stata la pellicola francese di Ananda Safo “Sex Relish”. “Questo film vince perché – dice ancora la giuria – racconta la complessità con leggerezza e garbo. Un film che tocca i temi audaci e contemporanei legati al corpo delle donne senza mai essere giudicate dalle situazioni. Vince per le immagini che lavorano con immediatezza, delicato e adatto a tutti e a tutte come spunto per aprire conversazioni sui temi femministi”.
Miglior regia e premio del pubblico va al film francese di Ingrid Chikhaoui “Three grains of salt”. Nelle motivazioni si legge che “vince il premio per la capacità di scrittura, per il lirismo con cui racconta una complicata relazione tra due sorelle, figlie di una madre problematica e non convenzionale. Con atmosfera poetica viene messa in scena un’educazione femminile in cui scrittura, personaggi, atmosfera, storia e dettagli delle immagini non sono mai di troppo, perfettamente in armonia con un immaginario intimo e letterario in cui anche il silenzio è un modo per raccontare l’amore”.
Il miglior montaggio va nel Regno Unito, al corto “Jill, Uncredited” di Anthony Ing che “vince per lo straordinario senso del ritmo al servizio di un grande senso del montaggio. Un bellissimo omaggio a tutte le visioni, i personaggi e le storie di una parte della storia del cinema”. Menzione speciale, infine, a “La fornace”, del siciliano Daniele Ciprì, a cui viene riconosciuta la qualità della scenografia. In questo caso, spiega la giuria, il premio arriva “per la creazione di atmosfere oniriche dentro il meccanismo realistico della tradizione iconografica siciliana”.
Questo contenuto è un comunicato stampa. Non è passato dal vaglio della redazione. Il responsabile della pubblicazione è esclusivamente il suo autore.
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