“Non è tempo di passerelle ed immagine, è tempo di sostanza e la Regione ha il dovere di stare vicino ai sindaci. Dobbiamo guardare con particolare attenzione a quelle realtà colpite che hanno determinato condizioni di seria preoccupazione, perdite di vite umane, tensione sociali, cadute economiche”.
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che con l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, è ad Agira, il Comune della provincia di Enna che per oltre un mese è rimasto “zona rossa” a seguito del contagio per il Covid19 , prima di recarsi all’ospedale di Leonforte.
“Dobbiamo ripartire – ha aggiunto il governatore – non perché tutto sia passato, anzi gli scienziati ritengono che dobbiamo aspettarci un ritorno del virus con l’arrivo della stagione autunnale. Siamo pronti, anche a questa seconda stagione epidemica. L’assessore Razza ha predisposto il necessario e il nostro sistema sanitario ha tenuto, la comunità siciliana è stata brava e bravi ed essenziali sono stati gli operatori sanitari le forze dell’ordine, i volontari. Agira è città importante. Ecco perché – ha detto Musumeci – ho apprezzato l’dea di una scuola media anticovid ad Agira sulla quale non facciamo promesse. Quando saremo nelle condizioni di dare una risposta, la daremo. Bisogna prima verificare fattibilità di un’opera”. La visita è proseguita all’ospedale di Leonforte che, ha sottolineato Musumeci, ha avuto “un ruolo importante nell’emergenza”.
“Non è previsto che in tutta la provincia di Enna ci siano centri Covid perché, anche alla luce dei dati epidemiologici, abbiamo ritenuto di ridurre al minimo l’impatto sulle strutture ospedaliere di posti letto. In questo momento in tutta la Sicilia ci sono meno di 70 ricoverati. Immaginare di immobilizzare strutture che svolgono funzione di cura di non malati Covid, sarebbe stato un grave errore. Altra cosa è immaginare l’adeguamento delle strutture ospedaliere, perché potrebbe esserci, come dice l’Oms, una seconda ondata, la necessità di attrezzare in autunno un numero maggiore di strutture rispetto a quelle oggi attrezzate” ha aggiunto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
“Quando sento dire che il Covid19 si è indebolito mi sembra molto pericoloso – ha aggiunto Razza – perché sappiamo che questo coronavirus quando colpisce gli organi respiratori è significativamente grave. La nostra Regione ha fatto scelte molto forti rispetto alle altre, bloccato la mobilità se prendiamo il periodo tra il 16 marzo ed il 16 aprile 2019 e lo paragoniamo allo stesso periodo del 2020 vediamo un calo di passeggeri di 1 milione di persone solo negli aeroporti. Questo vuol dire – ha concluso Razza – che avere scelto come principale misure di contenimento e distanziamento ha prodotto un risultato”.
“Questa provincia fortemente colpita dall’epidemia – ha detto il governatore – ha bisogno di guardare al futuro e diventa necessario, dunque, individuare subito quali siano le emergenze essenziali, sia quelle che deve affrontare la Regione, sia quelle che invece sono di competenza dello Stato, in modo che ognuno faccia la propria parte”.
“Noi – ha spiegato Musumeci, accolto in municipio dal sindaco Maria Gaetana Greco – abbiamo le idee chiare come dimostra la legge finanziaria che abbiamo predisposto e che prevede interventi per quasi tutti i settori produttivi. Qui, in particolare, su proposta del primo cittadino stiamo valutando la possibilità di realizzare una scuola media anti-Covid. Questa è una città ricca di storia, ma che ha anche uno zaino pieno di futuro e noi abbiamo il dovere di valorizzarlo fissando gli obiettivi, cercando le risorse e realizzando una proficua collaborazione tra le istituzioni”.
Il presidente della Regione ha voluto rassicurare sul fatto che l’epidemia «”si è fortemente abbassata nei suoi segnali di allarme, nonostante non sia ancora sconfitta. Noi, comunque, siamo eventualmente pronti ad affrontare una seconda stagione epidemica. Occorre essere prudenti e sapere cogliere da questa esperienza la forza per rialzarci e andare avanti, sapendo che noi siciliani possiamo contare essenzialmente sulle nostre forze. Tutto quello che è stato appartiene al passato, adesso è necessario individuare gli obiettivi essenziali con il coinvolgimento della comunità e dei soggetti attivi del territorio. Aspettiamo di ricevere progetti realizzabili e soprattutto utili. La Regione ha il dovere di stare vicino ai sindaci. Dobbiamo guardare con particolare attenzione a quelle realtà colpite che hanno determinato condizioni di seria preoccupazione, perdite di vite umane, tensione sociali, cadute economiche”.
Sulla ripartenza Musumeci ha detto chiaramente che la Sicilia dovrà contare solo sulle proprie forze “Questa terra non può continuare ad essere rassegnata. La Sicilia ha bisogno di realizzarsi, ha bisogno di capire che nessuno verrà ad aiutarci da fuori e che deve contare sulle proprie forze. E’ per questo che io continuo a lanciare appelli ai parlamentari regionali. Questa è una provincia che per una legge infame ha ridotto a due i rappresentanti regionali”.
Poi non sono mancate nuove stoccate all’Anas “Venendo ad Agira ho visto quanto difficile sia la mobilità sulle strade provinciali, In Sicilia sono in una condizione di vergognoso abbandono. Appartengono alle Province che hanno il compito di curarne la manutenzione, ma le Province sono state decapitate. Quindi chiediamo a Roma di nominare un commissario, con i poteri speciali come quelli che ha anche il sindaco di Genova, che possa, in 4-5 anni, rimettere in sesto 15 mila chilometri di strade provinciali. Ci vuole un miliardo di euro. Non è possibile che la Sicilia abbia una viabilità provinciale da Terzo mondo”.
“Per la situazione delle strade statali in Sicilia, l’Anas è una scatola vuota, è una grande delusione. Non è più in condizioni di assicurare la propria funzione istituzionale. Non è possibile avere 22 cantieri sull’autostrada Catania Palermo. Il Governo nazionale deve fare la propria parte come la fa al Nord Italia”.
“Chiediamo a Roma – ha concluso – l’invio di un commissario che possa rimettere in sesto 15 mila chilometri di strade provinciali. E con l’Anas non va meglio: non è possibile avere 22 cantieri sulla Palermo-Catania. Il governo nazionale deve fare la propria parte”.
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