E’ il giorno del ritorno alla normalità per l’Ospedale di Partinico, il primo presidio sanitario siciliano ad essere trasformato, non senza proteste, in Covid Hospital nella fase crescente del’epidemia. In realtà fu il primo ad essere interamente dedicato ai malati di coronavirus visto che già era attivo lo specifico reperto dell’ospedale Cervello che è stato ed è il fulcro delle attività sanitarie anti covid19 nella Sicilia occidentale.

Il ritorno alla normalità dell’ospedale di Partinico più che altro è un fatto simbolico come simbolica era stata la sua trasformazione. un simbolo acquisito all’immaginario collettivo. Così il ritorno alla normalità fa pensare veramente che l’emergenza sia in diminuzione e la normalità dietro l’angolo anche se ancora non raggiunta.

Alla luce di questi piccoli passi verso la normalità l’occhi rivolto ai dati del contagio da risultati ancora una volta positivi

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 15 di oggi, in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 157.868 (+2.995 rispetto a ieri), su 134.035 persone: di queste sono risultate positive 3.447 (0), mentre attualmente sono ancora contagiate 879 (-25), 2.292 sono guarite (+24) e 276 decedute (+1).

Degli attuali 879 positivi, 63 pazienti (-4) sono ricoverati – di cui 6 in terapia intensiva (-1) – mentre 816 (-21) sono in isolamento domiciliare.

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 32 (0 ricoverati, 108 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 13 (4, 152, 11); Catania, 402 (21, 570, 100); Enna, 8 (1, 388, 29);  Messina, 130 (21, 378, 57); Palermo, 262 (15, 281, 37); Ragusa, 11 (0, 79, 7); Siracusa, 6 (1, 216, 29); Trapani, 15 (0, 120, 5).

Più migliora la situazione maggiore è l’attenzione rivolta al settore economico e alla sua difficile ripartenza. Da Palermo a Catania la movida cerca di riprendersi i suoi spazi fra difficoltà enormi anche sul fronte dell’interpretazione delle norme. I locali, infatti, chiedono alle forze dell’ordine di non essere ritenuti responsabili dei comportamenti dei giovani tenuti in strada fuori dai loro stessi locali dove non possono esercitare alcun controllo.

Non riaprono, invece, i cinema. E’ una scelta precisa in chiaro dissenso con le regole dell’ordinanza regionali che non permetterebbero loro di raggiungere neanche il pareggio fra spese e incassi

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