La Corte di Cassazione, V sezione Penale, ha accolto il ricorso, avanzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, nonché i rilievi formulati dagli avvocati della giornalista Pierelisa Rizzo, Eleanna Parasiliti Molica e Giovanni Di Giovanni, annullando senza rinvio il decreto del Gip del Tribunale di Enna che aveva disposto l’oscuramento del post pubblicato sul profilo Facebook della corrispondente dell’ANSA contenente le chat a sfondo sessuale intercorse fra il sacerdote Giuseppe Rugolo, arrestato ai domiciliari nel 2021 per violenza sessuale a danno di minori, ed altri giovani.

La querela sporta da Don Rugolo contro la giornalista

La vicenda traeva origine dalla querela sporta da Don Rugolo, contro la giornalista, che aveva pubblicato alcuni messaggi estrapolati dalle chat whatsapp dell’imputato, dopo le notizie pubblicate da due siti online che avevano escluso la presenza di materiale a sfondo sessuale nei supporti informatici del sacerdote. Le chat, pubblicate sul profilo della giornalista, peraltro già contenute nell’ordinanza di custodia cautelare, testimoniano, inequivocabilmente, il tenore delle conversazioni fra il sacerdote ed i ragazzi.

Il post con le chat a sfondo sessuale

Il post, dunque, resterà pubblico e nella disponibilità dei lettori. La Procura della Repubblica di Enna aveva già rigettato la richiesta di sequestro della totalità degli strumenti informatici in uso alla giornalista. “E’ chiaro l’intento di Rugolo e della Diocesi di Piazza Armerina di imbavagliare l’informazione e di colpire coloro che stanno sostenendo e difendendo il giovane che ha denunciato. Sono contenta che sia giunto dalla Cassazione questo segnale a favore dell’informazione libera”, ha commentato la giornalista Pierelisa Rizzo.

Il sacerdote Giuseppe Rugolo accusato di violenza sessuale

Giuseppe Rugolo è il sacerdote accusato di violenza sessuale aggravata a danno di minori. L’accusa è sostenuta dal pm Stefania Leone e dal procuratore capo Massimo Palmeri. Nel corso dell’udienza di ottobre, il padre della vittima che ha confermato la versione fornita dal figlio nella scorsa udienza ed un giovane che avrebbe confermato di essersi rivolto a Gisana almeno due volte per raccontare di avere subito attenzioni morbose da parte di Rugolo.

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