“Io la tesi a Emanuele Caramma non l’ho scritta”. Lo ha dichiarato il professore Carmelo Provenzano, rilasciando dichiarazioni spontanee, nel corso dell’udienza del processo sul cosiddetto “Sistema Saguto”.

Provenzano, docente all’università Kore di Enna, secondo gli inquirenti, potrebbe aver aiutato negli studi il figlio dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo.

“Il mio problema – ha spiegato Provenzano – era quello di far alzare Emanuele Caramma perché stava a letto. Aveva paura. Io la tesi a Emanuele Caramma non l’ho scritta. Però devo dire una cosa. Molti genitori non conoscono i figli. Quando io seguo un ragazzo mi occupo anche di seguirli dopo e indicare e tracciare dei percorsi. Ma io non sono un amministratore giudiziario e non ho mai dato lavoro ai figli della Saguto. Emanuele Caramma dopo la laurea l’unica cosa che poteva fare era presentare il suo curriculum in una piattaforma dove si scambiano offerta e domanda di lavoro. Null’altro”.

L’avvocato Lillo Fiorello, legale di Provenzano, precisa che “dai dispositivi informatici sequestrati dalla Guardia di Finanza emerge come quando entra il documento file della tesi dello studente, sia stato aperto e chiuso in un minuto. E quel file conteneva una bozza quasi definitiva, addirittura pure comprensiva della bibliografia finale”.

“Provenzano – puntualizza il legale – non è mai stato un professore con il quale Caramma ha sostenuto esami alla Kore. Nell’unica occasione in cui Provenzano, in qualità di professore, ha esaminato Emanuele Caramma, in particolare, nel bando Erasmus Intensive Program, non lo ha ammesso tra gli studenti che lui stesso ha accompagnato a Varsavia. Provenzano è stato solo per Caramma un tutor e un mentore, sensibile tra l’altro allo stato di difficoltà emotivo e al momento di depressione che stava vivendo”.

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