La Sovrintendenza per i beni culturali di Enna ha bloccato il progetto di una centrale fotovoltaica da 228,7 milioni Iva compresa, 384,1 megawatt di potenza solare, proposta da una società tedesca tramite la filiale bolzanina Ib Vogt Italia. Lo scrive oggi il Sole 24 Ore, sottolineando lo scontro tra due “ambientalismi” a Centuripe: da un lato la conservazione dei luoghi, e dall’altro la tutela del territorio dai cambiamenti climatici.

Il motivo del no

Nelle vicinanze dell’area individuata a Centuripe per la costruzione del maxi parco solare sarebbero «stati rinvenuti in superficie diversi ciottoli attribuibili alle facies clactoniane del Paleolitico Inferiore (circa 300mila anni da oggi)». Aree «con estesi frammenti ceramici» e non lontano, un «ricco macro-contesto archeologico».

Ma “il motivo vero dell’opposizione alla centrale solare – scrive il quotidiano – è che la valle del fiume Dittaino verrebbe laccata per 40 anni con una crosta nera e lucida di 711.360 moduli fotovoltaici di silicio, circa 496 ettari di pannelli solari. Insomma, sarebbe una trasformazione fortissima per il paesaggio della Sicilia centrale e per l’identità delle sue comunità”.

Contrasto fra due ambientalismi

Da un lato la transizione energetica per evitare i cambiamenti climatici, già in atto. Dall’altro la conservazione del paesaggio e l’integrità dei luoghi. Il sole, del resto, è il petrolio siciliano. «Quello delle autorizzazioni è e rimane la principale causa del mancato sviluppo delle fonti rinnovabili», dice l’Anie Rinnovabili.

Il progetto di Centuripe

Nel dicembre scorso la società tedesca Ib Vogt aveva presentato alla Regione Sicilia un carteggio enorme di documenti (130 titoli protocollati) per l’autorizzazione al “progetto colossale che da solo, con i 384 megawatt di potenza, è pari a tutte le centrali solari istallate in Italia dal 1° gennaio a 30 giugno. La centrale divisa in diversi lotti si distribuirebbe su una ventina di chilometri quadrati lungo la valle del fiume Dittaino e non è l’unico progetto: la società tedesca ha presentato progetti di ingombro simile in altre zone della Sicilia centrale”, conclude il quotidiano.

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