Arriva Santa Lucia, accarne o abburro ma che sia Arancina day. Il 13 dicembre è il giorno di Santa Lucia è l’Arancina day in tutta la Sicilia. Per rendere omaggio alla Santa che pose fine alla carestia, per un giorno non si pensa a colesterolo e trigliceridi. In media, il 13 dicembre, soltanto a Palermo, si consumano quasi due milioni di arancine. Non mancano, dunque, i fedeli a una tradizione gastronomica che vanta quasi un millennio di storia. Lo sbarco dell’arancina in Sicilia, infatti, si fa risalire al periodo della dominazione araba nell’isola, dieci secoli fa.
L’eterna disputa sulla declinazione di questo manicaretto è acqua passata. Chiamatela come volete, arancino o arancino, ma non abbandoniamo questa gustosa tradizione. Anche perché l’arancina deve difendersi da molti detrattori. Nella lista di chi vorrebbe estinguere questa tradizione gastronomica non si iscrivono soltanto i maniaci della salute a tutti i costi. Per molti, in fondo l’arancina non è altro che un palla di riso fritta. Sciocchezze: l’arancina è una fede, un atto di devozione allo street food siciliano. Sul piano tecnico, l’arancina è proprio questo, una “palla di riso ” ripiena di condimento, che viene impanata e fritta. Il risultato è una sfera croccante fuori, dal cuore morbido. Si mangia tutti i giorni ed a tutte le ore. Da gustare nelle versioni “abburro” e “accarne”.
Esistono parecchie varianti di arancine, sia per il condimento, sia per la forma. La forma rotonda, ad esempio, è un marchio dello street food palermitano per l’arancina, mentre la forma conica si prepara nella Sicilia orientale. E la chiamano persino “arancino”. L’arancina tradizionale è quella “alla carne”. Alternativa altrettanto gustosa è quella al burro, dove per burro si intende una crema di burro, pezzetti di mozzarella, besciamella e dadini di prosciutto o mortadella. L’arancina al burro si caratterizza per una forma allungata.
La preparazione dell’arancina prevede molti passaggi complessi. Vediamo quali. Prima di tutto va preparato il riso. Quando è cotto, il riso va rovesciato su una teglia per farlo raffreddare. Nel frattempo si inizia a fare il ragù.