Continua il  “braccio di ferro” tra Gianluigi Mangia, Gigi per i (tanti) amici,  patròn dell’omonimo ristorante palermitano, antesignano della cucina di qualità e sinonimo di tradizione siciliana legata alle eccellenze del territorio, e il Comune di Palermo dove sembra si siano arenate le pratiche relative alla concessione dello spazio esterno, fondamentale per la ripresa dell’attività dopo il lockdown nel rispetto delle norme di sicurezza imposte dall’ultimo DPCM.

Il noto  locale, in via Belmonte, di proprietà del  cuoco e ristoratore palermitano si trova in  una strada pedonalizzata nel centro città,  piccolo e caratteristico, che ha dovuto  ridurre sensibilmente i posti fruibili al momento della  riapertura.

Dopo il  nostro articolo del 18/06/2020  ,più volte ripreso da diverse testate locali e nazionali,  in cui abbiamo dato voce alla richiesta  di aiuto di un uomo, prima ancora che ristoratore ed imprenditore,  che con l’abnegazione al proprio lavoro ha contribuito a far conoscere Palermo a livello internazionale come capoluogo siciliano  del gusto oltre che città d’arte e di cultura, oggi è arrivata la brutta notizia che “gli spazi esterni non possono essere concessi ” poichè sono di pertinenza del locale accanto – stiamo parlando di Spinnato-  la cui richiesta sembra essere arrivata al Comune antecedentemente a quella di Mangia, sebbene pare si sia trattato di un disguido burocratico non imputabile al ristoratore.

Gianluigi Mangia

D’istinto, l’amarezza mi farebbe chiudere tutto, chiudere il mio ristorante, e lasciare la città e questo mestiere – racconta Mangia e continua – Il distanziamento anti-contagio impone delle regole che noi siamo ben felici di rispettare –  ma la concessione di un’area all’aperto sarebbe fondamentale per la sopravvivenza della mia attività che, peraltro, crea lavoro per i miei collaboratori. Non si chiede ai Pubblici Amministratori di seguire l’esempio di alcune località dove il suolo pubblico, per aiutare le imprese, è stato dato in concessione gratuita. Io voglio pagare il giusto ma avere tempi certi. E come me tanti altri colleghi. Per fare impresa correttamente abbiamo bisogno di certezze e tempi brevi.   Il Comune ha tanti beni inutilizzati  con spazi esterni che sarebbero perfetti per il nostro scopo e potrebbero diventare fruibili con i dovuti accorgimenti. Sarebbe un modo per fare  rivivere la città e ridare vita ad edifici abbandonati intorno ai quali si potrebbe creare una movida elegante che è uno dei punti del progetto che intendo portare avanti in qualità di presidente di Aios e di cui presto ci saranno interessanti novità. La chiusura del ristorante è l’extrema ratio ma, se non ci saranno le condizioni per andare avanti, sarà l’unica alternativa possibile” conclude amareggiato.

 

 

 

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