Che sia di fave, piselli, ceci, cicerchie e chi più ne ha più ne metta, il macco è uno di quei piatti che ci fanno pensare immediatamente al focolare domestico, al calore e alle attenzioni di chi, amorevolmente, si prende cura di noi.
Qualsiasi legume , infatti, una volta essiccato per garantirne la conservazione durante tutto l’anno, come nel caso di fave e piselli ad esempio, può diventare un gustoso macco, calda coccola che in grado di “accarezzarci” riscaldando anima e corpo, come una buona zuppa di ceci, durante giornate fredde e piovose, anche se primaverili.
Si tratta, infatti, di un metodo di preparazione che prevede la cottura dei legumi secchi, messi a “rinvenire” a mollo in acqua almeno la sera precedente al giorno in cui li vogliamo gustare, da cui si ricava una pietanza ricca e cremosa dal gusto ricco e intenso.
Sebbene si possa preparare con qualsiasi legume, le fave sono, di solito, le prescelte dal momento che le origini di questa pietanza si fanno risalire al tempo degli antichi Romani, quando la coltivazione della fava era già conosciuta in Grecia e da qui arrivò nelle colonie italiche, e questo piatto povero si rivelò particolarmente nutriente poiché la favaè una leguminosa ricca di proteine, fibre, sali minerali e acqua.
In Sicilia il macco è un piatto tipico dell’agrigentino, dove si prepara soprattutto in occasione della festa di San Giuseppe, ma oggi è conosciuto in tutta Italia. In questa ricorrenza è tradizione visitare le case delle famiglie in cui vengono allestiti i cosiddetti altari e nelle case si prepara la pasta co’ maccu, una primo piatto in cui la pasta viene condita con una purea di fave piuttosto grossolana. A questa crema di fave dalla struttura irregolare si può accompagnare una verdura, solitamente le bietole, e profumarla con il finocchietto selvatico.
Di seguito vi proponiamo la ricetta del macco di fave al quale potrete aggiungere verdure a vostro piacere e/o la pasta cosiddetta “ammiscafrancesca” che prevede, cioè, l’insieme di diversi formati tra cui tubettini, spaghetti e reginette spezzate, solo per citarne alcuni.
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