L’Associazione Ristoworld Italy, accreditata in ambito nazionale con un gruppo di Protezione Civile ed è presente con attività benefiche in Italia e nel mondo, per fronteggiare l’emergenza sanitaria globale ha stilato una lista con cinque punti cui corrispondono altrettante richieste da rivolgere all’attuale governo.

In particolare l’associazione, che annovera tra le sue fila chef, pasticceri, pizzaioli, maître, sommelier, consulenti ristorazione e coach, consulenti di direzione, esperti marketing, restaurant manager, ristoratori, giornalisti e critici gastronomici e tutto ciò che fa parte del mondo della ristorazione & hotel, ha espresso delle precise richieste.

“La garanzia della salute pubblica gioca un ruolo centrale e prioritario: detto questo è fondamentale assicurare il futuro su due direttrici. La prima è quella degli aiuti che devono essere a fondo perduto, erogati immediatamente, rimpinguati e trasferiti immediatamente. Gli aiuti in atto disposti sono da un lato insufficienti e, dall’altro, non arrivano. Il mondo del turismo e della ristorazione non chiede elemosine ma interventi strutturali concreti. Più tempo passa e più aziende non riusciranno a rialzarsi. La seconda una ripresa coerente e attuabile – ha detto  Il presidente Marcello Proietto di Silvestro-  Noi siamo pronti a garantire la salute degli utenti”.
Ecco i 5 punti di Ristoworld Italy con i quali si chiede che lo Stato e l’Europa aiutino concretamente a far ripartire l’economia e rimettere a regime le attività ristorative e turistico alberghiere che riceviamo e, di seguito, pubblichiamo.

Marcello Proietto di Silvestro

“Chiediamo che lo Stato si faccia garante verso le banche per fidi a scadenza trentennale, a tasso zero: è necessario disporre di un adeguato capitale per ricominciare, come è avvenuto in fase di start. L’imperativo è quello di rimettere in circolo liquidità.Sospensione di leasing e mutui e il recupero delle mensilità sospese da riaccodare al periodo previsto dalla relativa misura posta in essere senza ulteriori oneri è il passo successivo. Cancellazione immediata delle imposte nazionali e locali e la sospensione per utenze relative alle attività commerciali (luce, gas, telefono e fibra). Su questo aspetto chiederemo l’intervento dell’Anci. Chiediamo, inoltre, la proroga della cassa integrazione straordinaria tutto il personale in forza al 23.02.2020 e fino almeno alla fine dell’anno. Questo per garantire anche la ripresa dell’attività garantendo gli standard di sicurezza nuovi che verranno imposti dall’Oms. Erogazione di una misura straordinaria per quanti, soprattutto stagionali e non in possesso dei requisiti previsti per legge sono oggi senza contratto, senza cassa integrazione, senza disoccupazione e quindi abbandonati a se stessi. La fase due preoccupa. Nella task force nominata dal Governo mancano gli albergatori e i ristoratori, gli operatori del turismo, i riferimenti di chi lavora direttamente sul campo.
Chiediamo al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Regione ai quali inviamo la presente nota che nelle commissioni consultive vengano inseriti professionisti del comparto ristorativo e alberghiero. Garantiremo, di certo, la salute pubblica con le norme dettate dall’Oms. Ripartiamo dal pubblico italiano, dai gusti e preferenze della platea che fino alla ripresa del flussi turistici sarà quella di riferimento. Ripartiamo dal territorio e dai prodotti locali.
La riapertura ha in previsione, tutta una serie di indicazioni sanitarie che rivoluzioneranno il mondo della ristorazione come fin qui inteso. Servono aiuti a fondo perduto anche per questi adeguamenti che incideranno sul conto economico delle aziende. Servono linee e indirizzi chiari e certi e che provengono da chi questo mestiere lo conosce. Necessità non di risposte qualunque ma di indicazioni adeguate alle richieste di un settore fondamentale per l’economia italiana e globale. Altrimenti oltre alla crisi e allo sfacelo economico faremo i conti con una pericolosissima emergenza sociale”.