Il dirigente regionale Giovanni Perino accusato di immissione, nell’ottobre del 2019,  di scarichi industriali nel corpo recettore dell’impianto di depurazione dell’ex consorzio Asi nonché nell’alveo del torrente Larderia, è stato assolto per non avere commesso il fatto dal gup del Tribunale di Messina.

Il dirigente ricopriva la carica di commissario ad acta dell’Irsap su mandato dell’allora assessore regionale alle Attività produttive. Perino attraverso il suo difensore, l’avvocato Pietro Ivan Maravigna, avevano respinto gli addebiti sin dalla fase delle indagini preliminari.

Per l’avvocato Maravigna “già da subito appariva evidente l’inesistenza di una posizione di garanzia” di Perino ranche perché non era stato provato alcun nesso tra il mancato funzionamento dell’impianto di depurazione e lo sversamento di reflui nel torrente. Inoltre “ciò che è stato fatto passare per scarico industriale altro non erano che acque bianche specificatamente previste dalla tabella 3 allegata al codice dell’ambiente”, aggiunge il legale.

Degrado ambientale a Barrafranca, Regione interviene

Intanto, sono stati appaltati per un 1,4 milioni di euro i lavori di consolidamento e riqualificazione urbana della zona nord-est di Barrafranca, comune dell’Ennese. L’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e diretto da Maurizio Croce, ha così completato l’iter per mettere la parola fine a una situazione di pericolo, ma anche di forte degrado ambientale, che si trascinava da tantissimi anni.

Ad effettuare i lavori sarà l’impresa Co.Ger. di Mussomeli che si è aggiudicata la gara grazie a un ribasso di poco superiore al 31 per cento.

“Erano condizioni inaccettabili per un contesto urbano – afferma il governatore – tengo a sottolineare la fattiva collaborazione con la Commissione straordinaria che amministra il paese, al quale adesso verrà finalmente restituito uno spazio vivibile, con una nuova identità”.

Realizzare un’area verde in una zona attualmente off limits

L’obiettivo, infatti, è realizzare un’area verde con percorsi pedonali lì dove il completo abbandono e una serie di movimenti franosi, già arginati nel 1996 dal Genio civile, con un intervento d’urgenza che nel tempo ha esaurito parte della sua efficacia, avevano creato a tutti gli effetti una zona off-limits.

Smottamenti del terreno, minaccia per le abitazioni

Si tratta di un’area di quattromila metri quadrati, delimitata da tre arterie tra le più trafficate del circuito urbano: viale Signore Ritrovato, via Angelo Musco e via Antonello da Messina. I continui smottamenti del terreno, che presenta pendenze rilevanti, potrebbero ben presto diventare una seria minaccia per le abitazioni che si trovano lungo il perimetro della zona da bonificare.

Gli interventi previsti

Per contenerli dovranno quindi essere realizzate alcune gabbionate: il progetto prevede che vengano disposte su tre file per assicurare piena stabilità al suolo, mentre per mettere in sicurezza gli edifici si ricorrerà a muri e paratie.
La regimentazione delle acque, fondamentale per porre fine agli effetti destabilizzanti di nuove infiltrazioni, sarà attuata attraverso opere di drenaggio e di rinverdimento delle scarpate, a beneficio anche del cosiddetto impatto paesaggistico.