Un giovane autista dell’Atm, l’azienda di trasporti messinese, è finito al pronto soccorso dopo essere stato aggredito a colpi di stampella. L’aggressore pretendeva di salire sul bus prima della fermata.

La dinamica dei fatti

L’uomo si è messo al centro della carreggiata, intimando al conducente di aprire. Questo è accaduto a poche decine di metri dalle strisce gialle che delimitano l’area in cui è autorizzata l’apertura delle porte. Al legittimo rifiuto del lavoratore, l’utente ha reagito con insulti di ogni genere. Raggiunta la fermata ha prima colpito le porte del mezzo pubblico con la stampella. Una volta salito sul mezzo ha anche aggredito l’autista.

L’intervento dei passeggeri

Solo grazie all’intervento dei passeggeri presenti che l’hanno bloccato si è evitato il peggio. Accompagnato al pronto soccorso, il dipendente di Atm ha avuto 2 giorni di prognosi. Sempre ieri altro episodio con protagonista un automobilista. Gli era stata rimossa l’auto in quanto parcheggiata in sosta vietata. L’uomo è arrivato in azienda con atteggiamento minaccioso. Ha quindi aggredito un dipendente scambiandolo per l’autore della rimozione forzata. E’ stato necessario l’intervento della polizia.

Sindacati contro la direzione aziendale

Filt Cgil, Uilt, Faisa Cisal, Ugl e Orsa denunciano “l’allarmante escalation di aggressioni”. A dire delle organizzazioni di categoria sarebbe “alimentata e incoraggiata dalla costante denigrazione mediatica dei lavoratori”. Impiegati che sarebbero descritti pubblicamente dalla direzione aziendale come privilegiati con lo stipendio fisso. Tra gli altri appellativi “nostalgici del passato”, “furbetti del cartellino”, “fannulloni indisciplinati che lasciano a piedi l’utenza”.

Tante aggressione anche a Palermo

La cronaca si riempie sempre di più di questi fatti cronaca, anche e soprattutto a Palermo. L’ultimo episodio nell’agosto scorso quando è stato rintracciato e denunciato l’aggressore dell’autista Amat che era salito sul mezzo per una mancata precedenza e aveva preso a pugni in faccia il dipendente dell’azienda. A scoprire l’identità dell’aggressore gli agenti di polizia del commissariato Libertà. Questo grazie alla fotografia del numero di targa del furgone scattata durante le fasi della colluttazione.

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