Cateno De Luca non le manda a dire e mette benzina sul fuoco dopo la faida che è scoppiata all’interno di Forza Italia. L’ex sindaco di Messina, ora candidato alla Presidenza della Regione parla di “Padrini”, “logiche mafiose”, “balcanizzazione dell’Ars” e “di una banda bassotti”. Il tema è l’emendamento ‘blocca nomine’ presentato dal parlamentare regionale Tommaso Calderone, sfiduciato poi dal suo stesso gruppo parlamentare di Forza Italia. Un caso che potrebbe anche finire nelle aule dei tribunali come raccontiamo in questo articolo. 

La faida che si sta consumando a Palermo

“Altro che padrini e logiche mafiose”, dice Cateno De Luca nel corso di una diretta Facebook di questa mattina. “Non sono mai andato d’accordo con Calderone ma quello che sta subendo mi fa schifo. Mi risulta che sia stato minacciato per ritirare l’emendamento, pena la sfiducia da Forza Italia”. Secondo De Luca, Calderone avrebbe  presentato la norma all’Ars che impedisce a Musumeci di fare “shopping politico e fare campagna elettorale sulle spalle dei siciliani”. Un emendamento, sostiene l’ex sindaco messinese, che “blocca la nomina di direttori generali e impedisce a Musumeci di fare campagna elettorale a colpi di nomina”.

Azzurri spaccati all’Ars

Ora Forza Italia si ritrova spaccata in attesa di nominare un nuovo capogruppo. “L’ordine è stato ‘ammazzate’ Tommaso Calderone che ha presentato l’emendamento”, aggiunge De Luca che torna sul presidente della Regione.  “Le nomine Musumeci le ha concordate con una parte di parlamentari di Forza Italia, per spaccarlo”. E Cateno De Luca poi fa i nomi dei sette deputati che hanno convocato il gruppo di FI per sfiduciare il parlamentare. “Non so se stiamo parlando di reati gravi – dice nel corso della diretta – sul profilo politico si tratta di un atto politico mafioso. Esprimo la mia solidarietà a Calderone. Siamo per impedire a Musumeci di continuare a usare i posti per alimentare il consenso che non ha”.

“Sette lupare per ammazzare Calderone”

Cateno De Luca ha dato mandato a Danilo Lo Giudice di sostenere Tommaso Calderone evidenziando come, a suo dire, si sia assistito a un “approccio politico-mafioso della Cosa Pubblica. Sette lupare che sono state già posizionate per ammazzare Tommaso Calderone. La cupola politica che uccide”. De Luca infine parla di balcanizzazione del Parlamento siciliano. “Scendete tutti in campo e liberiamo la Sicilia da questa banda bassotti”.  Poi rinnova la sfida al governatore. “La gente a Musumeci lo prende a pernacchie. Voglio te come candidato – dice rivolgendosi a Musumeci -, per scontrarmi con te che usi l’amministrazione regionale per ricattare”.

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