• A Taormina l’assemblea degli amministratori locali di Sicilia Vera, il movimento fondato da Cateno De Luca
  • Il sindaco di Messina ha ribadito la propria candidatura alla Presidenza della Regione nel 2022
  • Ha consegnato al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, una busta verde con una lettera
  • De Luca ha minacciato “un divorzio irreversibile”

Si è aperta stamattina con il tavolo di lavoro sulla “Superfetazione amministrativa e sugli squilibri contabili della Regione” la seconda giornata dell’Assemblea degli amministratori locali di Sicilia Vera, il movimento fondato dal Sindaco di Messina Cateno De Luca e coordinato dal sindaco di Santa Teresa Riva e Deputato regionale Danilo Lo Giudice. Il primo dibattito della giornata è stato moderato dal giornalista e direttore di BlogSicilia Manlio Viola.

De Luca contro Miccichè

“Oggi ho consegnato ufficialmente al presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Miccichè un ‘preavviso di sfratto per finita sopportazione’. Se entro marzo non dice chiaramente ai siciliani che questo governo è stato un fallimento e si organizza per staccargli la spina o ufficializzeremo un divorzio irreversibile”. A dirlo Cateno De Luca ribadendo la sua candidatura a presidente della Regione dopo aver consegnato a Miccichè una grande busta verde con una lettera durante l’assemblea regionale degli amministratori municipali organizzata a Taormina da Sicilia Vera.

“Hanno affossato la Sicilia”

“Lo faccio – prosegue De Luca – per farlo uscire dall’imbarazzo perché tutti dicono che siamo amici e lo hanno pregato di offrirmi una candidatura alle nazionali per togliermi dai piedi e non fa saltare gli equilibri regionali, ma a me non interessano queste candidature”. Sull’ipotesi di un Governo sul modello Draghi per la Sicilia proposta da Miccichè, De Luca ha dichiarato: “Le ammucchiate tra falliti procurano solo un grande fallimento, e fare questi paragoni tra Sicilia e Draghi è un pensiero insano. Potrebbe essere solo l’occasione per alcuni personaggi trombati e tromboni dalla politica di ripresentarsi sotto mentite spoglie, per non far ricordare agli altri che sono loro che hanno affossato la Sicilia”.

Barbagallo: Centrosinistra alternativo a De Luca

“Più volte ho ribadito che il Pd e il centrosinistra sono alternativi a De Luca. Lavoriamo nel nostro perimetro con il movimento M5S, per costruire una candidatura che tenga insieme la storia progressista e riformista della Sicilia e si fondi sull’asse di questi due partiti. Anche perché i sondaggi premiano le forze alternative a Musumeci”. A dirlo Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd siciliano che ha partecipato all’assemblea di Taormina.

“Governo Musumeci del nulla”

“Se dovessimo andare avanti – prosegue Barbagallo – con due candidature diverse sono sicuro che poi con Sicilia Vera potremmo trovare delle convergenze in parlamento. La mia partecipazione oggi qui – prosegue Barbagallo – ha il significato profondo del dialogo e confronto tra tutte le forze politiche e parlamentari, in particolare con Sicilia Vera con la quale ci accomuna il fronte comune dell’opposizione a Musumeci che oltre ad essere il governo del nulla, si sta caratterizzando come un governo nel linguaggio e nelle caratteristiche sempre più marcatamente di Destra”.

La Regione nemica dell’Isola

“Siamo di fronte ad una Regione che non ha più credibilità – ha precisato Barbagallo – che è talmente ingolfata e intrisa di tensioni fra assessori e tensioni fra Giunta e burocrazia da essersi del tutto aggrovigliata su sé stessa, con costi gravissimi che cadono sugli enti locali, sulle imprese, sui cittadini. Fino a qualche anno fa, la Regione era “mamma Regione”, considerata il baluardo di fronte alle difficoltà dei cittadini, delle imprese e degli enti locali, mentre oggi si è ribaltata la prospettiva: la Regione è divenuta nemica dell’isola”.

“La politica in Italia è fallita”

In occasione della due giorni di Taormina, dunque, Cateno De Luca, sindaco di Messina e ormai candidato indipendente alla Presidenza della Regione nel 2022 lancia la sua sfida, la sua idea della politica.
Parte da Roma per approdare a Palermo.
“Se si ripropone in Sicilia il modello Draghi non c’è nulla da fare, bisogna agire” aggiunge a conclusione dell’assemblea degli amministratori locali di Sicilia Vera.
Una occasione anche per riformare lo statuto del Movimento e prepararlo alle prossime sfide.
Per la due giorni De Luca ha tenuto accanto una lanterna accesa. Un po come il filosofo Diogene il sindaco dello Stretto “cerca l’uomo” o forse la politica ma lui stesso si sente in assonanza con Diogene: “Si dice fosse pazzo e lo si dice anche Di De Luca”.
Attacca la Regione “amministrata da uno scellerato come Musumeci e i danni della Regione poi ricadono sui sindaci che sono la Sicilia Vera e che si trovano la gente dietro la porta”
“Musumeci politicamente disturbato vive arroccato nel suo palazzo e non vede la Sicilia reale mentre ascolta i consigli del suo Richelier Ruggero Razza intercettato mentre in pandemia voleva mettere il bavaglio al sindaco di Messina”. definisce così De Luca i vertici regionali.
Accanto De Luca non ha solo una lanterna ma anche una busta per il Presidente dell’Ars Miccichè presente in sala dopo aver preso parte all’ultima tavola rotonda.

Il preavviso di sfratto

Come già detto, a Miccichè De Luca consegna un preavviso di sfratto per “finita sopportazione” per il sostegno allo sciagurato governo Musumeci. La grande busta contiene l’avviso e assegna termine fino a fine marzo per “mollare” Musumeci. Micciche lo riceve e lo legge a voce alta fra il serio e il faceto poi assume un tono serio e risponde a difesa del governo: “Questo governo ha fatto degli errori ma ha anche fatto delle cose” Ma poi parla di politica.
“I partiti si stanno confrontando e la scelta che sarà fatta arriverà prima del tuo ultimatum. Ma a prescindere – ha detto Miccichè a De Luca – non ti consiglio di fare Don Chisciotte”. Ma poi litiga con la sala sulle pensioni dei politici: “Sulla demagogia non mi fregate, dice, è folle che dopo anni senza aver mai rubato debba avere 400 euro di pensione”.

De Luca snocciola i numeri e attacca

Cateno De Luca, durante l’assemblea è un fiume in piena e interviene in merito a diversi argomenti.
Rifiuti: “Al suo arrivo Musumeci aveva 5 milioni e mezzo di metri cubi disponibili nelle discariche siciliane. In 4 anni ne sono stati usati 4 milioni senza fare neanche un intervento. Ora ce ne sono 1 milione e mezzo. Forse c’è autonomia per un anno. Forse!”. E ancora: “A Messina abbiamo portato la differenziata al 60% e ora per la mancanza di impianti che doveva realizzare la Regione non abbiamo dove portare quel che abbiano differenziato. Noi a Messina dobbiamo mandarli a Mantova con aggravio di costi”. Progetti idrici: “A bbiamo i progetti csntierabili ma la Regione dice che non esistono. Così come nel settore energetico”.

Fondi Ue

De Luca parla anche di Fondi Ue: “Spendono imputandoli a progetti già fatti e completati per liberarsi altre risorse che usano altrove ma così facendo le risorse vengono spese in modo incoerente e non producono valore aggiunto”.

Il Pnrr

Il sindaco di Messina ha le idee chiare anche per quanto riguarda il Pnrr: “In questo quadro i soldi del Piano di Ripresa e Resilienza non saremo capaci di spenderli e resteranno ostaggio di una burocrazia padrona. Già nelle precedenti assegnazioni ci hanno “fregato” una parte dei soldi ma lasciamo stare perché tanto abbiamo una classe politica di m….”.

Intel

In merito al colosso Intel, De Luca sostiene: “Musumeci avrebbe dovuto sbattere i pugni e dire a Giorgetti ‘Se sposti l’investimento da Catania a Torino ti butto fuori dalla giunta siciliana come Lega'”.

L’attacco finale

“Io non ho paura di perdere – conclude De Luca che conferma la sua candidatura che spacca la politica – a differenza di tutti gli altri io vivo di mio. Se perdo non cambia niente ma se per caso vinco per tutti gli altri è finita. Io non voglio fare il presidente della Regione con questi schemi. O si rompono gli schemi e ricominciamo da zero o niente. Io voglio essere il sindaco di Sicilia perché siamo amministratori, non politici, e andiamo avanti senza se e senza ma”.

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