Resta inapplicato a Mistretta, nel Messinese, il protocollo antimafia varato dal presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, – come rivela Nebrodinews – dopo la fumata nera all’ennesima convocazione del Consiglio comunale, prevista per le 10.30 dello scorso giovedì, per trattare, in particolare, il regolamento dei Fondi Rustici e la delibera relativa alla ricognizione e valorizzazione del Patrimonio immobiliare, triennio 2016/2018.

“Sembra esserci una vera e propria congiura – afferma il presidente del consiglio Felice Testagrossa . E’ la terza volta che il civico consesso, convocato per trattare proposte di delibere, viene rinviato, questa volta, per la mancata espressione dei pareri su alcuni emendamenti proposti dai consiglieri comunali. La mancata adozione di questi atti continua a tenere col fiato sospeso decine di allevatori – prosegue Testagrossa – poiché l’esame e l’approvazione degli stessi è propedeutica per l’emanazione di bandi pubblici e, conseguenzialmente, all’assegnazione dei fondi comunali. In atto i contratti scaduti pregiudicano la partecipazione ai bandi comunitari da parte di parecchie aziende. L’applicazione del protocollo di legalità, promosso dal presidente del Parco dei Nebrodi, Peppe Antoci, ancora oggi rimane disapplicato, nonostante la sottoscrizione e l’adesione da parte di questa amministrazione comunale”.

Il primo consiglio comunale, convocato per trattare la delicata questione fondi rustici con l’approvazione della ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, il regolamento per l’assegnazione dei fondi, viene rinviato, la prima volta, lo scorso 12 dicembre per la mancata apposizione dei pareri da parte del revisore unico dei conti (assente), su alcuni emendamenti presentati dai consiglieri in corso di seduta. Il consiglio comunale riconvocato la settimana successiva, non riesce ad entrare nel merito della questione poiché, ad inizio seduta, il segretario comunale fa rilevare un vizio procedurale che avrebbe potuto invalidare l’assemblea giacché l’ordine del giorno, così come fatto rilevare dallo stesso funzionario, non risultava essere stato pubblicato all’albo online dell’Ente.