Prosegue l’azione di verifica della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria all’interno delle strutture circondariali isolane, corredata da scatti fotografici per illustrare al meglio alla collettività il lavoro del personale.

Dopo la documentazione inedita consegnata alla stampa a seguito di un sopralluogo presso l’Istituto Penale per Minorenni Malaspina, a Palermo, è la volta della Casa Circondariale di Messina, dove una delegazione sindacale, guidata dal segretario nazionale UILPA Polizia Penitenziaria Armando Algozzino e composta altresì dal segretario territoriale Francesco Barresi e dal segretario Gruppo Aziendale Unitario Salvatore Chimirri, si è recata per visitare i luoghi di lavoro destinati alla polizia penitenziaria.

L’iniziativa sindacale, si legge in una nota del segretario Algozzino, ha ricevuto “la piena collaborazione del direttore della Casa Circondariale Calogero Tessitore e del comandante Antonella Machì, a partire dalla fruizione dei dati, forniti dalla stessa Direzione, riguardanti la dotazione organica del personale e la popolazione detenuta presente nell’Istituto”.

Malgrado i miglioramenti che hanno contrassegnato la struttura negli ultimi anni” – spiega Algozzino– “le criticità sono ancora numerose: basti citare quale esempio l’ingresso della seconda porta, da tempo pericolante e attualmente sostenuto da strutture di sicurezza; l’ingresso della prima porta, sul lato del piazzale, è invece in fase di ristrutturazione compreso il prospetto, congiuntamente al reparto Cellulare”.

Superano l’ “esame” del sindacato i reparti Sosta, interamente ristrutturato, Medicina e Chirurgia, caratterizzati da “ottime postazioni per il personale di polizia penitenziaria”.

Tra gli interventi urgenti sollecitati dal sindacato, vi sono le modifiche agli infissi delle finestre nel reparto Camerotti “ che è stato sì ristrutturato, ma a causa di errori tecnici le finestre fisse ed alcune a vasistas si aprono verso l’esterno, diventano collettori d’acqua piovana e si trasformano in cascate, danneggiando i muri; per questa ragione, esse rimangono chiuse provocando un evidente innalzamento della temperatura nei mesi estivi”.

Le preoccupazioni del sindacato si concentrano soprattutto sul Rilascio colloqui “in condizioni pessime sia sotto l’aspetto strutturale che igienico-sanitario, oltre che contrassegnato da un elevato tasso di umidità e sulle sezioni detentive, dove mancano le postazioni box per gli agenti; a tal proposito, va specificato che il box posto nella sezione di media sicurezza è tutto in metallo e, malgrado l’installazione di un condizionatore, il personale lì in servizio è sottoposto al caldo estremo in estate e alle intemperie invernali”.

“Non è accettabile” – aggiunge Algozzino – “che la caserma e lo spogliatoio degli agenti siano in condizioni pessime, con intonaci staccati e muffa, anche se prendiamo atto dell’intervento che la Direzione ha effettuato accogliendo una nostra istanza, ristrutturando i bagni della caserma, con una netta separazione tra uomini e donne, così come in discrete condizioni sono i passeggi detenuti, alcuni dei quali interamente ristrutturati”.

Tra le proposte rivolte dalla UILPA alla Direzione, “la trasformazione della stanza degli Esperti, da tempo inutilizzata, in postazione tecnica automatizzata che potrebbe garantire, apportando opportune modifiche, la visibilità dei tre cancelli”.

Condizioni strutturali a parte, per le quali il sindacato chiede interventi urgenti, la criticità numero uno è sempre la carenza di organico: a fronte di 261 unità previste, ne sono presenti solo 206 (164 uomini e 42 donne); i detenuti sono in tutto 237.

Nell’Istituto sono ospitate anche detenute, per le quali sono state allestite cinque stanze al piano terra, a seguito della chiusura del reparto femminile nella sua interezza, tra piano terra, primo e secondo piano.

“Malgrado l’esiguità del personale” – conclude Algozzino – “il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti viene supportato da unità in servizio presso l’Istituto così come, inverosimilmente, il Nucleo talvolta supporta altri Nuclei provinciali; la promiscuità di questi servizi, di certo non addebitabile al personale impegnato su più fronti con dedizione e professionalità, genera una disorganizzazione dei servizi programmati, sia della Casa Circondariale che del Nucleo stesso”.