“Non sono arrabbiato ed amareggiato per la reazione di una parte di cittadini ed imprenditori ormai disperati per l’aumento degli effetti pandemici. Sono invece indignato per l’omertà della classe politica per gli attacchi, minacce e strumentalizzazioni che ho subito in questi ultimi tre giorni dai poteri forti che hanno approfittato della disperazione della gente per farmi fuori con l’ausilio di quelle sigle sindacati che ormai hanno dovuto smettere di usare il comune di Messina e le sue partecipate come un bancomat”. Lo afferma oggi in una nota il sindaco di Messina, Cateno De Luca, dopo aver annunciato la decisione di ritirare l’ordinanza, che prevedeva ulteriori restrizioni a Messina rispetto alla zona rossa voluta dal presidente della Regione Musumeci.
De Luca si è ritirato per 48 ore nel suo paese di origine a Fiumedinisi per “riflettere”. Ambienti vicini al primo cittadino spiegano che De Luca starebbe valutando anche le sue eventuali dimissioni da sindaco perché “amareggiato dalle reazioni dei cittadini” in seguito alla sia ordinanza restrittiva.
Oggi de Luca torna sull’ipotesi dimissioni da sindaco di Messina. “Il Presidente della regione siciliana Nello Musumeci ed il suo assessore alla sanità Ruggero Razza – prosegue De Luca – hanno avallato e sostenuto questa strategia nel miei confronti perché ho chiesto la testa del loro uomo di fiducia Paolo La Paglia, direttore generale dell’Asp di Messina”. “Nessuno parla e tutti tacciano. Io sto rischiando la mia vita perché non ho accettato la logica mafiosa dell’omertà e della complicità. Le mie dimissioni da sindaco di Messina – sostiene De Luca – sono pronte perchè da autentico uomo delle istituzioni non posso convivere con altre istituzioni che stanno agendo con la logica mafiosa e stano uccidendo Messina lasciando i loro servi sciocchi al comando dell’Asp”. “Perchè – conclude il sindaco – nessuno si indigna al cospetto di queste vicende da me denunciate pubblicamente e all’autorità giudiziaria?”.
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