La Guardia di Finanza ha scoperto a Messina una frode fiscale di 2 milioni di euro messa a segno con l’uso di fatture per operazioni inesistenti. Risulta indagato Antonino Giordano, che opera nel settore delle pulizie con importanti appalti in ambito nazionale. E’ accusato di avere evaso l’Iva. All’uomo sono stati sequestrati 205mila euro.
La frode era realizzata da tre società, tutte con sede a Messina, appartenenti allo stesso gruppo imprenditoriale e riferibili al messinese G.A., 52 anni. La Finanza ha scoperto i collegamenti esistenti tra le tre imprese ritenendo che avessero gestito di comune accordo e sotto un’unica regia simulando transazioni inesistenti.
Da verifica fiscale, la frode sarebbe stata commessa da tre società, tutte con sede a Messina, dello stesso gruppo riferibile a Giordano, colpito da un altro sequestro da 6 milioni e mezzo di euro due mesi fa. I finanzieri hanno analizzato la documentazione amministrativa e contabile della società di pulizie utilizzatrice delle fatture false, incrociata coi flussi finanziari delle altre due società. L’ipotesi investigativa è “un complesso schema ideato per evitare il pagamento dell’iva dovuta e per costituirsi un credito inesistente”.
Approfondendo la fase dei pagamenti, i finanzieri hanno collegato le tre società, ritenendo che “avessero gestito, di comune accordo e sotto un’unica regia, con finalità illegittime, le varie transazioni”. Secondo le indagini, “partendo dal ricorso a presunti accolli di operazioni finanziarie, l’illecito schema prevedeva l’emissione – oltre l’anno di riferimento dell’operazione originaria – di distinte successive note di credito, con il fine di nascondere la fittizietà delle transazioni”.
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