L’Autorità Antitrust “ritiene che, indipendentemente dal soggetto preposto alla gestione del servizio di rifornimento di acqua potabile delle isole minori della Regione Siciliana, sia necessario intraprendere procedure di aggiudicazione maggiormente competitive e trasparenti, organizzandole eventualmente su base pluriennale e non annuale, laddove questo possa costituire un incentivo alla partecipazione di altri operatori”. Lo sottolinea una segnalazione del presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, inviata al presidente della Regione Siciliana ed al ministro della Difesa.

“Anomalie in Sicilia”

Con “l’anomalia” per cui nelle Regioni a statuto speciale la competenza è ancora affidata alla Marina Militare – evidenzia la segnalazione – si è determinata una “situazione” che “ha determinato nelle Regioni a Statuto speciale e, segnatamente, in Sicilia, una gestione emergenziale e inefficiente che si protrae da un ventennio”.

‘Bacchettato’ il Ministero della Difesa

Il Ministero della Difesa “tuttora, continua a esercitare tale competenza aggiudicando il servizio su base annuale ad armatori privati tramite procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara”, e “come indicato anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione ciò si è tradotto nella circostanza che l’aggiudicazione del servizio in esame è stata sempre disposta in favore dei medesimi due armatori, in quanto gli unici provvisti di navi-cisterna preventivamente autorizzate al trasporto di acqua potabile dal Ministero della Salute”, evidenzia l’Antitrust.

“Grave deficit infrastrutturale” e i rilievi dell’Anac

“L’approvvigionamento idrico delle isole siciliane rappresenta oltre il 74% del valore complessivo dell’approvvigionamento idrico di tutte le isole minori italiane rifornite via nave cisterna”; sottolinea ancora, tra l’altro, l’Antitrust ricordando ancora i rilievi dell’Anac anche sul “grave deficit infrastrutturale, in termini di dissalatori e conduttore sottomarine, che caratterizza le isole minori siciliane rispetto ad analoghe realtà in altre aree del territorio nazionale, nonché il sotto-utilizzo dell’impiantistica esistente che aggrava ulteriormente la dipendenza dal molto oneroso rifornimento di acqua potabile via mare”.

 

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