Gli studenti dell’Università di Messina hanno protestato questa mattina davanti ai cancelli del polo Papardo mentre si stavano per svolgere i test di accesso ai corsi di laurea delle professioni sanitarie.
Gli studenti dell’associazione Fajdda hanno esposto striscioni e urlato slogan contro i test d’ingresso per accedere ai corsi universitari. “Stop ai test d’ingresso. Più finanziamenti e accesso garantito a tutti gli studenti”, si leggeva in uno degli striscioni appesi.
“Il numero chiuso è emblema di un’università sempre più elitaria che non garantisce a tutti e tutte il diritto allo studio – hanno spiegato i ragazzi in protesta -. Un meccanismo in cui chi può sostenere le spese dei test, e dei costosissimi corsi di preparazione agli stessi, ha più probabilità di accedere a determinati corsi di laurea”.
Secondo l’associazione studentesca, inoltre, l’Università non farebbe altro che mettere le mani nelle tasche degli studenti non essendo in grado di garantire i servizi minimi. “La logica aziendale – continuano gli studenti – che guida le politiche di gestione dell’università pubblica ha portato il MIUR al sistematico e progressivo de-finanziamento degli atenei del mezzogiorno, ad una sempre più accentuata differenza fra gli atenei di serie A e gli atenei di serie B. I tagli all’istruzione – insieme all’importanza assunta gradualmente dai sistemi di autovalutazione e premialità – impediscono l’equo finanziamento di tutti gli atenei e ne vincolano la sopravvivenza a criteri meramente produttivi”.
In questo modo le università meridionali vengono private di importanti finanziamenti a vantaggio delle università settentrionali che riescono a garantire un maggior numero di posti disponibili. “Queste operazioni – spiega la Fajdda – costringono sempre più giovani, senza servizi e prospettive, ad andare via dalla propria terra. È questa la prima fondamentale negazione del diritto allo studio per le ragazze e i ragazzi siciliani. Alla luce di questo quadro crediamo che lottare per il diritto allo studio in Sicilia significhi opporsi alla desertificazione programmata del nostro territorio, significhi lottare per contrastare l’emigrazione forzata cui gli studenti e le studentesse siciliane sono soggetti” afferma la studentessa Rosa de Meo”.
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