Il Ministro Bussetti “non è stato interessato né nell’avvio né nella conclusione dell’iter” del procedimento disciplinare nei confronti della professoressa Anna Maria Dell’Aria, la docente dell’Istituto tecnico Vittorio Emanuele III sospesa per 15 giorni per un video dei suoi alunni
che accostava le leggi razziali al decreto sicurezza.
“Non ci sono stati né ‘diktat’, né pressioni da Roma. Ci fu, invece, una semplice richiesta di informazioni al competente Ufficio territoriale da parte dell’Ufficio stampa del Miur, tesa ad approfondire un caso emerso sui social”.
A ribadirlo è il ministero dell’Istruzione, il quale aggiunge che “È del tutto improprio associare una richiesta di informazioni con l’eventuale avvio di un’ispezione e di un procedimento disciplinare. Quando l’Ufficio territoriale di Palermo ha deciso di disporre l’ispezione, attivare il procedimento disciplinare e comminare la sanzione lo ha fatto in piena autonomia, seguendo quanto previsto dalla disciplina normativa vigente”.
“Non furono chiesti interventi specifici, ma informazioni – precisa ancora il ministero dell’Istruzione – arrivate qualche giorno dopo, il 31 gennaio, sotto forma di relazione e rispetto alla quale, come è possibile evincere dagli archivi dei comunicati stampa, nonché dai profili social del Ministro, non ci fu alcuna dichiarazione pubblica o richiesta palese di intervento. Anche per la doverosa separazione fra i rispettivi ambiti che esiste fra potere di indirizzo politico e potere di gestione amministrativa, come previsto dalle norme vigenti”.
La richiesta di informazioni fu “del tutto simile alle molte che vengono fatte ogni giorno agli Uffici periferici del Ministero per poter verificare fatti, segnalazioni e notizie che pervengono al Miur e rispetto ai quali la stessa stampa richiede una posizione o una dichiarazione del Ministro”, si chiarisce.
Il Miur sottolinea anche che “quando l’Ufficio territoriale di Palermo ha deciso di disporre l’ispezione, attivare il procedimento disciplinare e comminare la sanzione lo ha fatto in
piena autonomia, seguendo quanto previsto dalla disciplina normativa vigente.
Un fatto confermato pubblicamente, anche a mezzo stampa, dal dott. Marco Anello, dirigente dell’Ufficio territoriale di Palermo, che ha affermato: “Ho agito secondo giustizia e secondo coscienza, conosco a menadito le carte e ho svolto il mio lavoro con serietà”. Pertanto è lo stesso dirigente ad aver rivendicato, in piena autonomia, la sua scelta”.
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