Mafia, affari, politica sotto il controllo del clan di Barcellona Pozzo di Gotto. Sono le accuse che hanno portato ad un mega blitz con quasi 90 persone coinvolte.
L’operazione fra Sicilia e Calabria
I carabinieri del Comando provinciale di Messina stanno dando esecuzione, in Sicilia e Calabria, a misure cautelari emesse, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, nei confronti di 86 persone.
Le accuse a vario titolo sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, scambio elettorale politico mafioso, trasferimento fraudolento di valori, detenzione e porto illegale di armi, incendio, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini che hanno portato al blitz
Il blitz è il risultato di una lunga attività investigativa che era iniziata addirittura nel 2018 ed è stata condotta fino ad oggi. A coordinare l’inchiesta è stata la Procura Distrettuale di Messina. Destinataria delle investigazioni è la famiglia mafiosa dei “barcellonesi”, storicamente radicata nel comune di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, capace, secondo gli investigatori, di esercitare un costante tentativo di infiltrazione in attività imprenditoriali e nella economia lecita. Questa infiltrazione sarebbe avvenuta sia nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, sia nel business dei locali notturni del litorale tirrenico.
In particolare nel primo caso l’infiltrazione mafiosa avveniva attraverso l’acquisizione di imprese intestate a prestanome o imponendo, con metodo mafioso, la fornitura dei prodotti. Nel secondo caso il clan imponeva alle discoteche, con la violenza e le intimidazioni, i servizi di sicurezza e interveniva per condizionare i titolari dei locali nella gestione delle loro attività.
La pressione del racket delle estorsioni
L’inchiesta avrebbe confermato, inoltre, quanto sia ancora forte la pressione del racket su imprenditori e commercianti e l’interesse della cosca per lo storico business della droga.
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