• Operazione antimafia della Procura di Reggio Calabria e la Dia sulla Caronte Tourist spa
  • La società infiltrata dalla ‘Ndrangheta è sequestrata per sei mesi
  • Sequestrato il tesoro di un boss calabrese
  • La replica della società

La Caronte Tourist spa, la società con sede a Messina, che controlla, con i traghetti, i collegamenti via mare dello Stretto di Messina, è stata posta sotto sequestro giudiziario dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura di Reggio Calabria, che ha condotto  insieme alla Dia l’inchiesta antimafia denominata Scilla e Cariddi.

Società infiltrate dalle cosche

Sono stati nominati gli amministratori giudiziari per un periodo di sei mesi, “allo scopo di bonificare l’azienda dalle infiltrazioni della ‘Ndrangheta” ha spiegato il Procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso della conferenza stampa. Un provvedimento di sequestro ha interessato pure il patrimonio milionario riconducibile a Massimo Buda, indicato dalla Dia non solo come dipendente della galassia societaria della  Caronte Tourist spa ma soprattutto come un esponente della cosca Buda-Imerti di Villa San Giovanni.

Ristorazione e pulizie

Secondo quanto emerso nel provvedimento cautelare, la cosca calabrese era riuscita ad infiltrarsi grazie ad aziende esterne che gestivano alcuni servizi all’interno del traghetti. La Caap avrebbe avuto il controllo della ristorazione mentre la Vep quello della disinfestazione, entrambe, però, dagli accertamenti svolti dalla Procura di Reggio Calabria e dalla Dia reggina, erano riconducibili ad un personaggio di spicco della criminalità organizzata calabrese, Domenico Passalacqua, già condannato in via definitiva, ma non raggiunto da alcuna misura cautelare e patrimoniale.

Gli altri servizi della cosca

C’erano altri servizi, legati a società in odor di mafia, affidati dalla Caronte Tourist. Gli interventi di disinfestazione e le prenotazioni per gli imbarchi sui traghetti erano gestiti rispettivamente, secondo gli inquirenti, dalla Carist e dalla Cam service, strettamente connessi alla famiglia Buda.

Il ruolo della politica

Non ci sono, per il momento, esponenti del Cda della Caronte Tourist coinvolti nell’inchiesta. La stessa società è una holding che ha in pancia il gruppo riconducibile all’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena che si trova negli Emirati Arabi dopo essere stato condannato in via definitiva nel 2013 a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa perché ritenuto vicino alla ’Ndrangheta.  Le indagini sono state condotte dal Procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, dagli aggiunti, Giuseppe Lombardo e Gabriele Paci, dal direttore della Dia, Maurizio Vallone, dal capo centro della Dia, Massimo Chiappetta e dal vice questore della Dia di Reggio Calabria, Fabrizio Fazio.

La replica della Caronte Tourist

“Riteniamo di dover rassicurare clienti, dipendenti, fornitori e tutti gli altri stakeholders riguardo al provvedimento emesso oggi dal Tribunale di Reggio Calabria, che ha disposto l’amministrazione giudiziaria per la Caronte & Tourist S.p.a”. Con queste parole il Cavaliere del Lavoro Olga Mondello Franza, presidente del Gruppo C&T, commenta il provvedimento di sequestro ordinato stamane dalla Procura di Reggio Calabria.

“Si tratta – come si legge nel provvedimento stesso – di uno strumento innovativo previsto dalla legge che prevede un “controllo giudiziario” sull’attività dell’impresa, che continua senza alcuna limitazione oggettiva o soggettiva, e senza alcuna modifica dei vertici. “Essa, infatti, ha come necessario presupposto che l’azienda non sia assolutamente
riconducibile a soggetti socialmente pericolosi e che vada anzi affiancata e coadiuvata proprio per evitare il rischio di infiltrazione.

“Nella fattispecie – chiarisce il presidente del Gruppo C& T – il provvedimento prende le mosse da situazioni che risalgono a periodi remoti e che comunque non hanno mai avuto alcun riferimento alla normale operatività aziendale. Il Gruppo Caronte & Tourist, d’altra parte, si è da tempo dotato di strumenti procedurali e ha assunto forme di governance indirizzate alla radicale eliminazione di qualunque elemento di opacità nello svolgimento del proprio business. “Nel confermare la nostra fiducia non formale nell’operato della Magistratura – conclude Olga Mondello Franza – siamo certi che in tempi ancor più brevi di quelli usualmente previsti per situazioni siffatte riusciremo a dimostrare la assoluta liceità delle nostre attività e l’importante percorso di legalità che ci vede da tempo protagonisti”.

 

Articoli correlati