“Come difensore di Giancarlo Longo mi spiace dovere rilevare che mentre l’agenzia Ansa era nelle condizioni di diffondere la notizia degli arresti, dando contezza di particolari contenuti nell’ordinanza custodiale emessa dai Gip di Roma e di Messina, al sottoscritto difensore non solo non è stato ancora notificato il detto provvedimento ma addirittura la cancelleria dell’Ufficio Gip non mi ha potuto mettere a disposizione gli atti ostensibili in quanto (almeno fino alle ore 13,00) non vi era prova dell’integrale esecuzione dell’ordinanza”.
Lo rende noto l’avvocato Candido Bonaventura, legale dell’ex pm Giancarlo Longo, arrestato per corruzione. “E’ disarmante constatare che ancora una volta l’opinione pubblica – aggiunge – venga informata prima del difensore e che, a distanza di diverse ore dall’arresto del mio assistito, io non sia ancora nelle condizioni di svolgere alcuna attività difensiva”.
“Nel merito intendo da subito evidenziare la sproporzione della misura – prosegue – tenuto anche conto che il mio assistito, da diversi mesi, è stato trasferito a Napoli (sezione distaccata di Ischia) dove svolge funzioni non più di pm, bensì di giudice civile. L’ordinanza non può, quindi, non essere carente dei requisiti di attualità e pericolo di reiterazione di reati”
“Non appena avrò contezza degli atti – annuncia – farò certamente ricorso al Tribunale del riesame ma voglio anche evidenziare che il mio assistito, pochi giorni fa ha presentato alla Procura di Messina due corpose e circostanziate denunzie sui fatti oggetto del procedimento in questione che, a mio giudizio, avrebbero dovuto essere approfondite prima di chiedere e disporre la misura”.
“Certamente nell’interrogatorio di garanzia il dott. Longo offrirà alla valutazione del Gip trancianti elementi a propria difesa e approfondirà i temi delle citate denunzie e da ciò non potrà che emergere una ben diversa ricostruzione degli accadimenti oggetto di contestazione”, conclude il legale.
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