Stato di agitazione per i lavoratori delle cooperative sociali Orsa Maggiore e Solco, a Messina. La protesta, culminata in un sit-in questa mattina a Palazzo Zanca, per il mancato pagamento degli stipendi da parte delle cooperative a causa dell mancato pagamento delle fatture presentate dalle due Cooperative.

La delegazione dei lavoratori con Calogero Emanuele e Rosario Contestabile della Cisl Funzione Pubblica è stata ricevuta dal vicesindaco Gaetano Cacciola e dal dirigente dei Servizi Sociali Domenico Zaccone per dipanare la questione legata ai ritardi del pagamento delle fatture che, malgrado il Dipartimento dei Servizi Sociali abbia trasmesso le fatture al Dipartimento Economico-Finanziario, ad oggi non si è ancora provveduto al pagamento.

Il vicesindaco ha assunto l’impegno che entro la prossima settimana si procederà ai pagamenti delle fatture dei mesi di settembre ed ottobre per dare la possibilità ai lavoratori di poter percepire le spettanze dei mesi di novembre e dicembre.

C’è sicuramente una responsabilità delle Cooperative che, in fase di aggiudicazione hanno dichiarato di avere la capacità economico – finanziaria ma che, invece, non riescono a rispettare le regole dettate, in quanto mensilmente dilatano i tempi di presentazione dei documenti e quindi l’Ente è nella impossibilità di procedere ai pagamenti.

“A questo – aggiunge Calogero Emanuele – bisogna evidenziare che il modello organizzativo dell’Ente va sicuramente riconsiderato perché non è pensabile che il processo per arrivare al pagamento finale debba essere aggravato di procedimenti e sottoprocedimenti tra dipartimenti diversi. Si mettono in luce tutte le criticità della struttura organizzativa che a nostro giudizio oggi non è adeguata nè innovativa. Bisogna immaginare un’organizzazione per team e gruppi di lavoro che snellisca le procedure e velocizzi i pagamenti. Intanto, conclude Calogero Emanuele – resta lo stato di agitazione ei lavoratori e nel contempo verificheremo il rispetto degli impegni assunti, per evitare di dover pensare ad altre iniziative più eclatanti. I lavoratori, infatti, lamentano un arretrato di cinque mensilità e non sono nelle condizioni di poter dare sostentamento alle famiglie, oltre che a subire diffide ed ingiunzioni da parte di istituzioni che vantano crediti”.