La 26a Conferenza Generale Icom, International Council of Museum, che si è svolta a Praga lo scorso 24 agosto ha visto approvare una nuova definizione di museo più inclusivo e accessibile, che rispetta e promuove le diversità. In definitiva è stata rimarcata la funzione sociale dei musei, nell’immaginario collettivo luoghi in cui si va per accrescere il proprio bagaglio culturale a contatto con le opere d’arte e i beni esposti, ma anche solo per svago.
Venerdì 18 novembre appuntamento al Museo Regionale di Messina
Su questo ruolo sociale dei musei, anche alla luce della pandemia che per la prima volta ne ha determinato una prolungata chiusura, e dunque preclusione a questa funzione pubblica, diversi specialisti di statura nazionale si confronteranno sul tema “Museo e società. Dibattito intorno alla nuova definizione Icom”, al Museo Regionale di Messina, venerdì 18 novembre alle 17, promosso dalla storica dell’arte Silvia Mazza, che ha dedicato diversi articoli all’argomento in piena emergenza.
La questione verrà affrontata sul piano giuridico da Enrico Grosso, Ordinario di Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Torino. Interverranno anche, oltre alla stessa Mazza, Adele Maresca Campagna, presidente Icom Italia; Massimo Osanna, direttore Generale Musei, Ministero della Cultura; Giovanni Moschella, Prorettore Vicario Università degli Studi di Messina; Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma; e Vincenza Ferrara, responsabile laboratorio Arte e Medical Humanities, Sapienza, Roma. Dopo i saluti del direttore del museo Orazio Micali, per l’intervento introduttivo prenderà la parola Franco Fazio, dirigente generale del dipartimento Beni Culturali e Identità Siciliana dell’omonimo assessorato.
Le parole di Micali
“Siamo lieti di ospitare un evento – ha detto Micali – in linea con la politica culturale e sociale portata avanti da questa direzione. Ricordo solo qualcuna delle iniziative, come il pranzo di solidarietà al museo, il 29 dicembre 2019, per 100 persone segnalate da Croce Rossa e Caritas; o il ‘biglietto diviso’ per persone con ridotta capacità fisica e il ‘biglietto sospeso’, come il caffè a Napoli; la manifestazione ‘Diversi ma uguali’ per promuovere l’arte con funzione abilitativa. Nel prossimo semestre ospitiamo un teatro che è stato sfrattato per consentire il mantenimento e la diffusione della cultura nell’ambito urbano”.
“Per quanto la nuova definizione – spiega Mazza – risponda meglio a un concetto di museo contemporaneo, ritengo che sia una timida conclusione con cui non si sia riusciti a capitalizzare proprio gli anni della pandemia. Il riconoscimento del museo quale luogo atto anche a migliorare il benessere psico-fisico degli individui, come ormai documentato da svariati studi scientifici, avrebbe potuto essere, infatti, un passaggio importante in vista di un suo recepimento nel quadro giuridico di riferimento e impedire, per il futuro, la riproposizione di provvedimenti draconiani come quelli adottati nel 2020”.
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