Il Ponte sullo Stretto non è un’opera ‘morta’ ma ci sono le condizioni per poterlo fare. Dopo che il capogruppo di Italia Viva al Senato Davide Faraone si è sbilanciato in questo senso in una intervista a Resto al Sud e a BlogSicilia arrivano notizie positive da parte dell’apposita commissione.

Buone notizie dalla Commissione

A confermarlo è l’assessore regionale alle Infrastrutture della Sicilia Marco Falcone “Le ultime notizie che giungono da Roma ci danno ragione. La Commissione di esperti, istituita dall’ex ministro De Micheli, conferma quello che sosteniamo da sempre, cioè la bontà del progetto già esistente del Ponte sullo Stretto come unica strada per scrivere una nuova storia di Sicilia e Sud Italia. Per altro verso, l’ipotesi alternativa di Italferr del ponte a tre campate, ancorché valida e ritenuta fattibile, sarebbe però tutta ancora da impostare. Ecco perché dobbiamo partire subito dal progetto di Eurolink che WeBuild, assieme a Sicilia e Calabria, si è detta pronta a realizzare da subito. Un progetto chiavi in mano, già munito dei necessari pareri e relative autorizzazioni. Il governo Musumeci chiede che non si perda più tempo, facendo anche appello alla chiara maggioranza pro-Ponte presente in Parlamento. Oggi ci sono tutte le condizioni per passare dalle parole ai fatti”.

Il Ministro riferisca in Parlamento

Ma da Forza Italia continuano le pressioni e si ha fretta di coinvolgere il Parlamento”Vista l’importanza strategica dell’opera attesa da decenni è fondamentale che il Ministro Giovannini riferisca in Parlamento sugli esiti della commissione ministeriale che ha ultimato di valutare tutti i progetti per il collegamento stabile con la Sicilia così da mettere una parola definitiva su alcuni progetti come il tunnel che non hanno riscontrato esito positivo. Si tratta di un’opera da realizzare immediatamente con un progetto chiaro che è costato centinaia di milioni di euro e decenni di studi. Ora bisogna solo passare alla sua realizzazione per fare ripartire il Sud. È inutile perdere altro tempo, in parlamento ci sono le condizioni ed i numeri per dare l’ok definitivo” incalza il senatore e capogruppo di Forza Italia in commissione Salute, Marco Siclari.

Posizione ideologiche da superare

“Il ponte sullo Stretto non è un’opera faraonica destinata a collegare il vuoto con il vuoto – dice Pietro Busetta, coordinatore per la provincia di Palermo di Unità siciliana-Le Api rispondendo, invece, alle polemiche dei politici no ponte – Il vuoto è quello proprio di chi, non solo rimane ancorato a posizioni ideologiche superate, ma non sa neppure che anche il governo nazionale ha finalmente preso atto della necessità di realizzarlo”.

Busetta attacca la senatrice De Petris di Leu che ha definito il Ponte ‘Un’opera inutile per collegare il nulla con il nulla’: “Chieda scusa agli abitanti due Regioni come la Calabria e la Sicilia, che hanno un patrimonio di storia e cultura lungo secoli e insieme raggiungono i 7 milioni di abitanti, tanto che, se fossero uno stato, sarebbero tra i primi dieci Paesi d’Europa. E, già che c’è, si informi meglio sul Ponte. Scoprirà un’opera fondamentale per il Paese, che potrebbe realizzare quella piattaforma logistica del Mediterraneo, per adesso solo una pia illusione” conclude Busetta.

Faraone, “Ora il governo si schieri per il sì”

“Un governo che investe sulla crescita non può che prendere una posizione chiara a favore del Ponte”. Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, il giorno dopo il parere positivo all’opera della commissione di tecnici istituita dal ministero per le Infrastrutture, in una intervista a Repubblica invita il governo a schierarsi. “Con questo documento – dice – è ora assodato che il Ponte serve al Paese e che si può realizzare in tempi stretti. Questa può e deve essere la legislatura in cui si posa la prima pietra di questa fondamentale opera”.

“Auspico – dice Faraone – che il governo affermi con chiarezza la sua posizione, lo chiederò al premier Draghi e al ministro Giovannini. In ogni caso si esprimerà il Parlamento e mai come quest’anno vedo una maggioranza ampia a favore del Ponte. Persino i 5Stelle si erano rimessi all’esito del lavoro della commissione di tecnici, pur propendendo per la soluzione del tunnel che invece è stata sostanzialmente scartata. Ora bisogna solo accelerare”.

Il presidente dei senatori di Italia Viva risponde anche alle obiezioni che giungono da ambientalisti ed esponenti di sinistra e cioè che in un Mezzogiorno così indietro sul piano infrastrutturale ci sono altre opere prioritarie. “Le altre opere – sottolinea – le abbiamo già messe nel Recovery a partire dall’alta velocità anche in Sicilia, fino a Palermo e ad Augusta e altre le sbloccheremo grazie alla sburocratizzazione, a cominciare dalle strade provinciali. Senza il Ponte l’alta velocità si ferma a Reggio Calabria. Senza il Ponte l’alta velocità è un’incompiuta. Senza contare che siamo di fronte a una infrastruttura fondamentale per il rilancio dell’economia di un’intera area del Paese, diventeremo piattaforma logistica alternativa a Rotterdam: a fronte di costi fra i 6 e gli otto miliardi, avremmo guadagni stimati in 50 miliardi in sei anni. E daremmo lavoro a più 15 mila persone”.

Sulle risorse da destinare alla costruzione del Ponte sullo Stretto, Faraone indica due strade: “Ci sono due strade possibili. La prima è quella di intervenire con risorse statali, anche liberate dal dirottamento sul Recovery di ingenti stanziamenti per altre opere. Un’altra ipotesi è il project financing: i privati si sobbarcano l’onere della costruzione in cambio degli introiti dei pedaggi. L’importante è che si garantiscano sicurezza e legalità. Ma siamo in condizione di evitare le infiltrazioni della criminalità organizzata, le esperienze di Expo o della ricostruzione del ponte di Genova lo dimostrano. Superiamo il pregiudizio che le opere al Sud non si possono fare perché c’è la mafia, altrimenti siamo condannati a un doppio stato di arretratezza, culturale ed economica. Il Ponte si può fare, si farà: è un successo. Il resto viene dopo”.

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